[Fan Fiction] Choices : Capitolo 12 – Comprare

Nota dell’autrice: questa storia è stata scritta per la Gift Box Challenge, organizzata dal sito Fanworld.it, e anche per l’iniziativa Un prompt al giorno dello stesso sito.

Prompt: 13 dicembre, shopping – Candela, “Io quella roba non la mangio”.

Squall imprecò contro Cid, contro Edea, contro Quistis e contro Rinoa, rei di fare tutti parte del complotto per incastrarlo.

Era iniziato tutto il giorno prima, quando a colazione Rinoa aveva detto che intendeva uscire a fare lo shopping natalizio il pomeriggio successivo. Squall non aveva detto nulla, sapendo che la sua ragazza molto probabilmente avrebbe accettato come stavano le cose: doveva andare sola. Ma poi Quistis si era intromessa, chiedendole se sarebbe andato anche Squall, e alla fine, verso sera, Cid era entrato nel suo ufficio, dicendo che aveva saputo da Quistis che aveva bisogno di una giornata libera, e che anche Edea lo aveva convinto a concedergliela.

Ok, doveva ammetterlo; Rinoa non aveva colpe particolari, ma comunque non si era opposta e aveva anzi gioito del poterselo trascinare dietro – e quindi eccolo lì a sbuffare dietro Rinoa che cercava regali in ogni vetrina, cercando di bilanciare tra un braccio e l’altro il peso dei tre sacchetti dei regali già acquistati.

“Voglio comprare delle candele profumate,” stava dicendo intanto la sua ragazza. “So che abbiamo deciso di passare le feste con tutti gli altri, però mi piacerebbe, almeno per una sera, stare da soli… potremmo cercare una candela con un profumo poco forte, e fare una cenetta romantica… che te ne pare?”

“Sì, sarebbe carino,” rispose lui scrollando le spalle.

“Sembra che non ti interessi se fai così…” disse lei scuotendo la testa.

Squall sospirò. “Non è questo, è solo che sono un po’ stanco. La cenetta mi sembra una buona idea, davvero…” Soprattutto se siamo soli.

“Che ne dici se la facciamo stasera? Lì c’è un negozio di alimentari, possiamo scegliere quello che vuoi tu. Così magari mi perdonerai di questa giornata…”

Squall spostò i sacchetti di regali da una mano all’altra. “Non è colpa tua. Se Quistis si fosse fatta gli affari suoi…”

Rinoa ridacchiò. “Probabilmente ha capito che mi avrebbe fatto piacere se fossi venuto con me. E allora…”

“Ha coinvolto pure Edea e Cid!”

“Pensa che l’ha fatto per noi,” sospirò Rinoa. “Da quanto non passavamo una giornata insieme così?” aggiunse poi guardandolo di striscio, mentre si avvicinavano al negozio.

Squall decise di non aggiungere altro; in effetti aveva ragione, ma avrebbe potuto farlo in un’altra occasione – non erano certo mancate. Perché aveva scelto proprio quella? Secondo Squall era una vendetta indiretta perché le aveva assegnato Seifer nel programma di tutor, ed era sicuro che Quistis fosse a casa a ridere come una pazza nell’immaginarlo alle prese con pacchi, pacchetti, regali e negozi.

Rinoa sapeva che il suo ragazzo stava rimuginando, per cui decise di osservare la vetrina in silenzio, fermandosi su una teglia di qualcosa che sembravano lasagne o cannelloni o qualcosa di indefinibile che lei non sapeva riconoscere.

“Io quella roba non la mangio,” affermò deciso Squall, seguendo lo sguardo di Rinoa. “Piuttosto mangio quelle che cucini tu, davvero.”

Rinoa gli lanciò un’occhiata dubbiosa. “Davvero?”

Squall sbuffò. “Perché, tu le mangeresti?”

“…In effetti no,” sospirò Rinoa. “Ma sai che non sono un granché in cucina…” Fece scorrere l sguardo sui prodotti che poteva vedere dalla vetrina. “Che ne dici di una pizza?” propose, vedendo delle scatole di base istantanea per pizza sugli scaffali.

“Possiamo provarci, non credo sia così difficile… Nemmeno per te, voglio dire,” riuscì a scherzare lui con un sorriso malizioso.

Rinoa gli lanciò un’occhiataccia a occhi stretti. “Entriamo e vediamo che c’è di bello.”

“Poi si torna a casa?” domandò Squall spostando ancora il peso delle borse.

“Scherzi? Devo ancora comprare i regali praticamente per tutti. Quelli sono solo per Zone e Watts!”

Quella giornata non sarebbe mai finita abbastanza presto.

*~*~*~*~*

“Non è poi così male,” disse Rinoa pulendosi la bocca con il tovagliolo. Ok, la pizza si era un po’ seccata e non era esattamente morbida, ma era almeno commestibile, e considerato che la cucinava per la prima volta, la cosa era un successo.

“Pensavo risultasse peggio,” ammise Squall, deglutendo. Poi, quasi come se si vergognasse di ciò che stava per dire, aggiunse, “stai migliorando.”

Rinoa accettò il complimento arrossendo, e tentò di nascondere la cosa affogandola nel suo bicchiere d’acqua. “Allora,” disse poi, con un po’ di nervosismo. “Abbiamo i regali praticamente per tutti, tranne che noi due.”

“Se non altro la giornata di shopping è servita a qualcosa,” mugugnò Squall, tagliando un altro boccone di pizza. “Abbiamo i regali per tutti. Pensavo che non avremmo mai finito…”

“Cerca di capirmi,” sorrise Rinoa. “Quest’anno ho messo da parte qualcosa con il mio lavoro, e volevo fare a tutti un regalo che fosse utile e uno che potesse piacere. Qualcosa che li facesse pensare a me. Sono abbastanza soddisfatta… anche se non so ancora cosa regalare a te.”

“Non ce n’è bisogno,” disse Squall con aria quasi indifferente.

“Invece sì. Lo so che mi hai preso un regalo.”

Squall sbiancò letteralmente e rimase con la forchetta e il boccone infilzato a mezz’aria. “Come?”

“Ah! Ci sei cascato! Allora mi hai preso davvero un regalo… lo sapevo, era un po’ sospetto che ti fossi allontanato…”

“Non saprai che cos’è fino a Natale,” ribatté Squall seccamente, scocciato per essersi fatto cogliere in fallo.

“Non ho fretta,” sorrise Rinoa, allungandosi a prendergli una mano. “Mi divertirò a tirare a indovinare.”

Dopo, Squall pensò che fosse stata colpa del profumo caldo e leggero delle candele. Pensò che fosse stata colpa dell’atmosfera, buia e intima. Pensò che fosse stata colpa del fatto che non avevano passato insieme una giornata così spensierata da tempo, e che anche se odiava lo shopping poterlo fare con lei era stato divertente, quasi. Pensò che fosse stata colpa di come si era impegnata a fare una semplice pizza, nella convinzione di avere qualcosa da farsi perdonare. Pensò che fosse stata colpa di qualsiasi cosa, perché in quel momento, quando lei gli sorrise stringendogli la mano, lui decise che la cena poteva andare al diavolo, la prese tra le braccia e la baciò, e l’unica cosa che occupava la sua mente in quel momento era lei e il regalo nascosto in fondo all’armadio, tra le sue munizioni.

*~*~*~*~*

Alla fine non resistette, e mentre Rinoa dormiva nuda e avvolta in una coperta sul divano, andò a frugare nell’armadio, tolse il regalo e tornò in salotto per posarglielo sulla pancia.

Gli svariati tentativi di svegliarla furono tutto tranne che romantici, ma l’espressione del suo viso quando vide l’anello valeva tutto. Anche il pomeriggio di shopping a cui era stato costretto.

“Ma cosa…”

“È tuo,” disse lui, anche se era abbastanza ovvio.

“Vuol dire che…” Rinoa era talmente incredula che si guardò intorno, cercando di capire se era sveglia.

“Vuol dire che puoi stabilire una data. Non voglio tante persone%ome/55.0.2883.87 Safari/537.36
i genitori.”

“Quindi mi sposo?” fece lei, allungando la mano a prendere l’anello luccicante, un Griever che teneva tra le fauci un diamante.

“Già.”

“Il tre marzo.”

“Per il tuo compleanno?”

Rinoa annuì. “Così non dovrai fare troppo shopping per farmi i regali di compleanno e anniversario.”

Squall rise soltanto.


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