[Fan Fiction] Choices : Capitolo 8 – Mascherare

Nota dell’autrice: questa storia è stata scritta per la Gift Box Challenge, organizzata dal sito Fanworld.it, e anche per l’iniziativa Un prompt al giorno dello stesso sito.

Prompt: 9 dicembre, Festa in maschera – Presepe vivente, “Ho fame.”

La festa tematica di Selphie era nel pieno del suo svolgimento.

Il tema che aveva scelto era un po’ particolare – aveva chiesto praticamente a tutti di vestirsi come personaggi del presepe tradizionale, e aveva messo sul palco Edea e Cid, con un bambolotto, in veste di Sacra Famiglia. Aveva dovuto rimediare, a malincuore, alla mancanza di bue e asino piazzando due chocobo, ma era abbastanza soddisfatta del risultato.

Squall si soffiò via i capelli dal viso, sbuffando – quel ridicolo cappello glieli schiacciava e glieli buttava costantemente sulla faccia, e quel flauto che teneva in mano avrebbe avuto di tirarlo in testa a Zell, che lo strattonava costantemente per la camicia e rischiava di rompergliela. Rinoa aveva insistito per farlo vestire da suonatore di flauto, perché diceva che quel costume gli sarebbe stato d’incanto, ma l’unica che stava d’incanto, secondo lui, era Edea – se non altro perché era vicina a un bel fuoco caldo mentre loro battevano i denti per il freddo.

“Allora!” cinguettò Selphie, arrivando a salutare gli amici. “Vi state divertendo?”

Rinoa tirò una gomitata preventiva nei fianchi di Squall. “Sì, è bellissimo! Sembra di essere in un mega-presepe vivente ed è davvero fantastico!”

“Io ho freddo,” grugnì Squall, che non vedeva l’ora di tornare a casa, al calduccio, con il costume che preferiva addosso a Rinoa. Certo, quello che indossava, da pastorella, era davvero carino, e le permetteva di avere accanto Angelo, ma lui preferiva stare più al caldo con meno vestiti, se possibile.

“Ho fame,” intervenne Zell. “Hai anche pensato al cibo, per caso?”

“Ovviamente,” rispose Selphie schioccando la lingua. “In fondo al giardino, dietro il palco, abbiamo messo un gazebo per creare una specie di osteria. Staranno cuocendo i wurstel per i panini, adesso.”

“Evviva! Ragazzi, venite con me?” disse Zell, afferrando Squall per la camicia e tirandolo. Rinoa li seguì scuotendo la testa e ridendo, mentre salutava Selphie con la mano.

“E non azzardatevi ad andare via prima che vi abbia fatto almeno una foto!”

Squall si soffiò via di nuovo i capelli, e Rinoa gli prese una mano gelida tra le sue. “Dai, non è poi così male,” gli sussurrò mentre seguivano Zell. “Sicuramente là potremo stare al caldo, e comunque da qualche parte ci deve essere qualcuno che distribuisce tè caldo. Sopporta ancora qualche minuto per me, ok?” lo implorò.

“Fino alla fotografia,” borbottò Squall, soffiandosi via ancora una volta i capelli.

“Affare fatto,” sorrise Rinoa.

“E ricordati quello che mi hai promesso,” insistette lui.

“Ah,” sospirò lei, trasformando il suo sorriso affettuoso in malizioso. “Non me ne dimentico di certo del tuo costume.”

Al gazebo-osteria, le cuoche della mensa stavano preparando dei panini. Un piccolo buffet era stato allestito, con cibi sia dolci che salati; lì accanto, un’altra cuoca preparava bicchierini di tè caldo. Rinoa e Squall si misero in fila lì, mentre Zell si assunse l’incarico di fare il pieno di panini.

Alla fine, Squall si lasciò coinvolgere in un torneo di Triple Triad organizzato al momento, e vinse nonostante il tifo di Rinoa e Zell fosse rumoroso e vivace. Non si rese quasi conto delle due ore che Selphie impiegò per raggiungerli e fotografarli, ma quando vide il flash della sua macchina fotografica piazzò velocemente la sua ultima carta – nell’ennesima mossa vincente – e, dopo aver raccolto ciò che aveva vinto, prese Rinoa per mano e la trascinò fuori.

“Buona notte!” riuscì solo a dire Rinoa, mentre arrancava per stare al passo delle grandi falcate di Squall. Odiava quando lui non ricordava di essere quasi quindici centimetro più alto di lei e camminava a passo così svelto facendola spesso inciampare.

Arrivarono al loro appartamento che Rinoa aveva il fiatone. Squall la spinse all’interno, si tolse il dannato cappello – e si rese conto di aver lasciato chissà dove il dannato flauto – e attirò Rinoa in un abbraccio focoso.

“Avevi promesso,” disse con un luccichio malizioso degli occhi.

“Solo a una condizione,” ribatté altrettanto maliziosa lei.

“Non dovevano esserci condizioni…”

“Ma ora ce l’ho messa,” rispose lei, sollevandosi sulle punte per baciarlo appena. “E la condizione è che tu ammetta che la festa in maschera ti è piaciuta, che ti sei divertito e che alla fine quando ti sei lasciato andare il costume non contava molto.”

Squall alzò gli occhi al cielo. “Rinoa…”

“Ammettilo.”

“Ok, è stato… meglio del previsto.” Squall si grattò un momento la nuca, come se cercasse le parole. “Davvero. Questo cappello comunque fa schifo e il flauto non so dove l’ho messo, ma mi sono divertito. C’era… una bella atmosfera. Ma l’anno prossimo vorrei scegliere io il costume.”

“Ci sto,” sorrise lei, e poi un luccichio malizioso nei suoi occhi fece sorridere anche Squall. Lei lo spinse sul divano. “L’hai scelto anche quest’anno, un costume,” disse prima di sparire in camera da letto per indossare la scelta di Squall.

Lui si sedette sul divano e attese.

Per quanto gli fosse piaciuta la festa di Selphie, la sua privata festa in maschera sarebbe stata sicuramente meglio.


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