[Fan Fiction] Cuore di Ghiaccio – Capitolo 2: Come fuoco e ghiaccio

<< Sai, per un attimo ho temuto di aver dovuto combattere contro di te.>>
<< Beh, devo dirti la verità. Anche se è stato solo per un attimo, io…>>
Feci una pausa, riflettendo su ciò che avevo appena fatto. Tra la sorte dell’intera Spira e la vita del mio unico amore, avevo scelto la seconda. Eppure… perche mi sentivo così? Come se non avessi fatto la cosa giusta. Cercai di non pensarci.
<< Ehi, tutto bene?>>
<< Si sto bene. Andiamo avanti>>
Proseguimmo in silenzio, mentre quel pensiero continuava a ronzarmi nella testa.
Mi sentivo un’egoista. Dopotutto avevo scelto una vita e ne avevo condannato migliaia. Mi resi conto solo in quel momento che il Bonacciale non sarebbe mai più arrivato su Spira.
No…non potevo permetterlo. Durante il tragitto cominciai ad elaborare un piano.
Sarei andata da Bahamut per convincerlo a risparmiare la vita di Ifrit, usando come scusa il fatto che anche lui è un intercessore, essenziale per l’eone finale che avrebbe riportato la temporanea pace su Spira.
<< Fermiamoci qui. Per il tempio di Macalania ci vuole ancora un giorno di cammino. Meglio riposarsi>>
<< Conosco un edificio abbandonato, più avanti. Se stiamo qui potremo essere visti da qualche guado, o peggio ancora da Ixion. Abbiamo appena varcato la soglia del suo territorio, ed è in arrivo una tempesta.>>
<< Va bene…>>
Notai che l’interno dell’edificio sembrava più rinnovato dell’esterno.
Anche se abbandonato, emanava un’aria accogliente.
La tappezzeria era decorata con motivi complicati, che andavano dal giallo, al verde e infine sfumava in un celeste cobalto molto delicato.
<< Sono stanca, penso che andrò a riposarmi. Tu non vieni?>>
<< Tra un minuto. Farò un giro qui attorno.>>
Ifrit nel corso di questi anni è cambiato molto; sia nell’aspetto, sia nel carattere.
Prima era molto più aggressivo, bestiale, il mio più grande nemico.
Adesso invece è più saggio e il suo aspetto è mutato da bestia a un ragazzo, di si e no 23 anni.
Eppure ho l’impressione che quella bestialità, se stuzzicata, possa esplodere da un momento all’altro.
<< Fai attenzione.>>
Mi avvicinai a lui e le mie gelide labbra premettero sulle sue.
Era una sensazione indescrivibile. A ogni bacio, sentivo il calore emanato dalle sue labbra e riuscivo a percepirlo al centro del mio petto.
Era una sensazione così remota e familiare! Come se l’avessi già sperimentato in una mia precedente vita.
Quando il bacio finì avevo la vista annebbiata…e faceva caldo, molto caldo.
La sua faccia si arcuò in un sorrisetto soddisfatto, e mi sussurrò all’orecchio
<< Farò in fretta, te lo prometto>>
Un altro rapido bacio, e scomparve oltre la porta, nella tempesta.
Salii le scale, ma mi bloccai sulla rampa non appena una acutissima fatta di dolore mi esplose nel petto.
Ci misi una mano sopra e mi accorsi che scottava.
Tizzoni ardenti cominciarono a bruciarmi dentro; il dolore aumentava sempre di più.
In quel momento avrei voluto strapparmi via il cuore per liberarmi di quella atroce sofferenza, quando capii.
No… non poteva essere!
Realizzai che la causa del mio dolore, era colui che avevo a più a cuore. Colui che mi aveva fatto sentire amata e al sicuro.
Dopo minuti di sofferenza che sembrarono infiniti, finalmente il dolore cominciò ad affievolirsi.
Mi misi una mano sulla bocca e cominciai a singhiozzare, in silenzio, ripensando a come un semplice bacio avesse causato tanto male.
Migliaia di punti interrogativi si fecero spazio tra la mia mente, e ognuno di questi mi spaventava.
Come poteva un semplice bacio causare tanto male? Come avremmo potuto continuare la nostra storia, senza ferirci a vicenda?
Corsi di sopra e mi infilai a letto, cominciando a singhiozzare più forte.
Cominciai a rivivere tutti i bellissimi momenti passati con Ifrit, e mi resi conto che per me aveva fatto moltissimo.
Mi aveva salvata. Mi aveva insegnato l’amore e io avrei dato la mia vita pur di averlo avuto accanto, anche se ciò poteva causarmi enormi sofferenze, se non la morte assoluta.
In fondo, se dovevo morire…non mi sarebbe dispiaciuto morire per mano sua.
Attesi il suo ritorno a cuor sereno, non mi sarei tirata indietro. Glie lo dovevo.


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