[Fan Fiction] DN-Angel : Capitolo 5 : Contrattazioni

Tra il corso di magia ed il gruppo per lui e le missioni per lei, Squall e Rinoa ebbero pochissime occasioni di parlare. Non che la ragazza avesse veramente qualcosa da dirgli, intendiamoci. Tutto quello che voleva fare era capire cosa fossero quelle sensazioni, perché le provava e se c’era qualcosa di vero. Era attratta da quel ragazzo ma non sapeva dire da cosa. Eppure, a pochi giorni dal suo arrivo al Garden, era diventato molto popolare ed i suoi voti erano tutti alti. Troppo alti.

Sembrava quasi che la magia facesse parte di lui, una scelta troppo azzeccata per essere quella di un tipo a cui non piace combattere: piuttosto, sembrava quella di una persona che aveva le idee ben chiare, una persona che sapeva perfettamente come muoversi perché aveva un piano in mente. Molte volte si era data della scema nel pensare ad una cosa simile: insomma, a vederlo sembrava un ragazzo normale. Aveva degli hobby, delle passioni, un’invidiabile voglia di studiare ed un libretto dei voti per cui la stragrande maggioranza dei suoi compagni avrebbe ucciso. E poi, gentile, sensibile, allegro e maledettamente carino.

E lo odiava. Gli stava antipatico.

Sì, perché lei, solo perché non frequentava ragazzi, non voleva dire che era immune al loro fascino: di ragazzi su cui ci aveva fatto il pensiero ce n’erano molti, ma la sua era una scelta. Studiavano in un’accademia militare e capitavano anche missioni pericolose. Non poteva permettersi nessun legame che andasse oltre l’amicizia. Per questo, Squall le stava antipatico.

Per questo suo attaccamento a lei, per il fatto che era la sua compagnia preferita, per il fatto che le riservava sempre qualche minuto di chiacchiera. E per quel dannato sorriso che riservava solo a lei. Aveva tentato di ignorarlo, poi di considerarlo solo amico, ma non c’era nulla da fare: sentiva che tra loro due non poteva nascere nulla perché c’era già qualcosa, nato tempo prima e rimasto inaspettatamente ed inspiegabilmente sepolto da qualcosa. Scosse la testa e, sollevatasi dalla terrazza del secondo piano, scese nel giardino, dove gli Sleeping Lions stavano facendo le prove.

Ah, giusto: era anche dannatamente bravo alla batteria.

Guardandoli, sorrise: diamine se erano bravi! Sapevano adattarsi a tutti i generi musicali, dal rock al jazz. Dovevano star provando già da un po’, visti gli arpeggi allucinanti di Zell, la voce leggermente arrochita di Selphie e la fronte sudata di Squall. Conclusero il pezzo con una sfumata dei piatti, poi il batterista posò le bacchette e si alzò.

“Beh, ragazzi” disse, con un sorriso colpevole. “Direi di fare una pausa: non ce la faccio più”. I ragazzi posarono tutti gli strumenti e scesero dal palco. Rinoa fece per avvicinarsi, ma venne anticipata da Ellione, che porse a Squall un asciugamano.

“Bravissimi ragazzi” disse, con un gran sorriso. Il ragazzo prese l’asciugamano e se lo mise sulle spalle, ricambiando il sorriso.

“Grazie”. Si volse e vide Rinoa. Sorrise e sbracciò nella sua direzione. “Ehi Rin!”. Salutò la ragazza e corse verso di lei, con un’espressione di pura felicità. “Ce l’hai fatta a venire! Allora, che te ne pare del gruppo?”. Lei annuì, sforzandosi di copiare il suo entusiasmo.

“Siete bravi ragazzi” rispose. Lui arrossì leggermente e si grattò la testa, imbarazzato.

“Beh, non siamo ancora pronti per un concerto…” rispose. Lei scosse la testa.

“No, sul serio! Siete veramente forti! Specialmente tu”. Squall arrossì ancora di più.

“Allora, rimani per sentire le prove?” chiese.

“Devo parlarti” replicò lei. “Non capisco molte cose e vorrei che tu mi aiutassi”. Il ragazzo assunse una faccia sbalordita.

“Io? Aiutare te?” commentò, come se non potesse credere alle sue orecchie. Ghignò divertito. “Detto da te suona un po’ strano…”.

“Perché?”.

“Beh, tu sei una dei tre Gunblader, la prima della classe in tutte le materie e con un bel carattere. In più, sei molto popolare tra i ragazzi” replicò lui, facendo arrossire Rinoa. “Insomma, lo trovo un po’ strano…”.

“Ma…ma che dici?” balbettò, distogliendo lo sguardo. “Guarda che tu, nel corso di magia, hai voti superiori ai miei. E poi, anche tu hai un discreto successo con le ragazze…”. Lui, a quelle parole, arrossì ed assunse una faccia stupita.

“Questo vale anche per te?” chiese timidamente. Rinoa arrossì bruscamente, ma si costrinse a continuare a guardarlo.

“Il tuo successo con le ragazze su di me non ha fatto più effetto che il mio su di te” rispose, con tono leggermente infastidito. Si diede della stupida mentalmente: in quel breve scambio di battute, uno aveva pienamente ragione e l’altro torto marcio.

“Molto bene, allora ti aiuterò” disse Squall, dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato. “Però ad una condizione”. Rinoa non capì. Che condizione? E perché? Le stava forse facendo un favore? Beh, in effetti sì.

“Nei limiti del mio possibile…” rispose, rimanendo in ascolto.

“Usciamo insieme” disse, con un sorriso ed una strizzatina d’occhi. Davanti a quella proposta, la ragazza, se possibile, divenne ancora più rossa.

“Ma sei scemo?!!” esclamò. “È fuori discussione!”.

“Eh che peccato…” replicò. “Beh, pazienza. Grazie comunque”. Fece per andarsene, ma la ragazza lo fermò. Era ancora rossa in viso e lo guardava con occhi sbarrati, ancora sconvolti dalla proposta. (Accidenti, che bella…).

“Ehi, dico! Ma ti sembrano proposte da fare?” chiese, cominciando a sudare freddo.

“Mica ti ho chiesto un’intera notte da soli in una camera d’albergo!” replicò lui. “Voglio soltanto uscire insieme: una camminata, pizzetta, cinema e poi si torna al Garden e durante la serata parliamo di quello che vuoi. Personalmente, non mi sembra una proposta così oscena”.

“Io?!? Con te?!?”.

“Non hai appena detto che sono popolare con le ragazze?”.

“Beh, sì, ma…”.

“Non dovrei avere sti problemi per uscire con te allora. Ma non è che a te piacciono…”. A quella allusione, Rinoa si sentì girare la testa per il rossore.

“NON MI…” urlò, prima di riprendere il controllo. “…non mi piacciono le ragazze!”. Squall rise divertito.

“Allora, cosa mi rispondi?” chiese. “Ti prometto che non farò assolutamente nulla: non ti prenderò per mano, non staremo a braccetto, non cercherò di baciarti né ti farò strane proposte. Posso anche aggiungere che sarò serio, eviterò di farti fare brutte figure ed eviteremo come la peste gli alberghi. Ti chiedo solo un’uscita con me; ho detto che ti aiuterò, ma nessuno fa niente per niente, no? E che sarà mai…!”.

“Giuri che non farai nulla?” chiese Rinoa, circospetta. Il ragazzo sorrise ed annuì. “Niente mano, braccetto, baci, abbracci, proposte di fidanzamento, figuracce o alberghi: ok?”. Il ragazzo sorrise ed annuì.

“Giuro che non farò assolutamente nulla di tutto ciò” disse. “Adesso però devo andare; mi aspettano per le prove, sai…facciamo allora sabato per sette all’ingresso, ok?”. La ragazza si volse e rientrò nel Garden, con il cuore che le batteva all’impazzata.

“Ma guarda che tipo…!” borbottò. (Perché poi vuole uscire con me solo per rispondere a qualche domanda…). Si fermò e si affacciò dalla balaustra, guardando lo specchio d’acqua sotto la hall.

(Ma poi, che mi vergogno a fare?) pensò. (Se proprio devo essere onesta con me stessa…magari non per dopodomani sera…ma l’avrei fatto anche io…). C’era poco da negare: Squall le piaceva, aveva attirato il suo interesse. Un secchione a tutti gli effetti, ma solo guardando il libretto dei voti: era una ragazzo solare, aveva molti amici, faceva parte di una rock band ed era molto popolare tra le ragazze. Logico che un tipo così avesse attirato la sua attenzione, no? Sorrise lievemente.

(Beh, va anche detto che rientra nei canoni del mio ragazzo ideale) pensò. (Se fosse stato chiuso, silenzioso, freddo e asociale non l’avrei neanche guardato in faccia, indipendentemente dalla popolarità.


Vai a ‘Seleziona Capitolo’

Vai a Capitolo 6