[Fan Fiction] Final Fantasy X: La Minaccia Dei Guado

Autore: Siero720

Disclaimer: Tutti i personaggi descritti appartengono ai rispettivi proprietari.

Genere: Romantico, Avventura

Rating: verde

Introduzione

La storia parte dal finale segreto di Final Fantasy X-2, quindi fate attenzione agli spoiler.
Yuna sembra aver finalmente trovato la pace, ma un vecchio nemico trama la vendetta…

Final Fantasy X: La Minaccia Dei Guado

Tidus e Yuna erano lì, abbracciati ai riflessi della luna di Zanarkand. Tidus aveva finalmente compiuto la sua promessa: “resuscitato” dagli Intercessori, aveva portato l’ex-Invocatrice alla sua città natale, devastata da Sin 1000 anni fa.

Sin… quanti ricordi. Yuna era cambiata parecchio da quando era svanito… quei due anni avevano accentuato la sua bellezza.
Yuna si staccò dall’abbraccio: “Mi sei mancato molto. Non è stata facile senza di te.”
“Anche tu mi sei mancata; ma cos’è successo mentre… mentre non c’ero?”
Ironia della sorte… era già la seconda volta che Tidus veniva catapultato su Spira senza la conoscenza degli avvenimenti passati. Yuna parve comprendere la situazione, perché non si risentì del rapido cambio di argomento, ma assecondò la sua sete d’informazioni.
Tutto quello che uscì dalla bocca di Tidus fu un sommesso “Oh!”; stava pensando a cosa dire, ma ad un certo punto qualcosa cambiò: nell’aria c’era un odore di putrefazione e i lunioli erano più numerosi del solito.
Tidus si alzò di scatto estraendo la spada ed esclamò: “Yuna, attenta!”
Troppo tardi. Yuna non aveva ancora messo mano alle sue pistole, quando apparvero sei Guado, armati di tutto punto. Yuna si stupì, si spaventò, impugnò le armi… intanto Tidus aveva ucciso un Guado, e un altro si stava avventando su di lei.
Rotolò da un lato e fece fuoco con le sue pistole; ora ne rimanevano quattro… o almeno era quello che pensavano, perché all’improvviso ne arrivarono altri.
Tidus e Yuna non provarono neanche a contarli, impegnati com’erano in quella strenua resistenza.
Ma fu tutto inutile: la spada di Tidus diventava sempre più pesante e ad un certo punto lui perse i sensi, vedendo un Guado che colpiva Yuna alle spalle.
Tempo dopo, Tidus si svegliò; si sentiva ancora debole, ma si costrinse ad alzarsi e si guardò intorno. Era in una cella non molto spaziosa, Yuna lì con lui; stava ancora riprendendo le forze in un letto, unico mobile di quella stanza. C’era un’atmosfera spettrale: l’unica luce, molto fioca, proveniva da una piccola finestra sbarrata da una grata; impossibile tentare la fuga da quella parte.
Sconsolato, Tidus si adagiò sul pavimento in una posizione di dormiveglia e attese.
Intanto si domandava perché si trovava lì, sapendo bene che indovinare la risposta sarebbe stato difficile; del resto era stato tagliato fuori dal mondo per due anni e l’unica cosa che poté collegare ai Guado – perché era certo di averli riconosciuti – fu un nome: Seymour.
Seymour sarebbe anche stato plausibile come mandante, poiché in passato aveva ostacolato parecchie volte il viaggio dell’Invocatrice e dei suoi Guardiani… se non fosse stato per il fatto che Tidus l’aveva sconfitto definitivamente due anni fa.
Ma, ora che ci rifletteva, non era più tanto sicuro del fatto che Seymour non sarebbe potuto ritornare… in effetti aveva già evitato la morte quattro volte, non era detto che non potesse farlo una quinta.
Ma allora perché Yuna non gliene aveva parlato? Più si arrovellava, meno ne capiva.
L’unica conclusione che aveva tratto era il fatto di essere stato rapito a causa di Yuna: infatti era improbabile che la notizia della sua ricomparsa si fosse già diffusa.
“Che codardi, i Guado!”, pensò. “In una battaglia normale chissà quanti ne avrei uccisi con la mia spa… LA MIA SPADA!”, pensò disperatamente, tastandosi la schiena. Ovviamente gliel’avevano tolta; ma chi, chi?
I suoi pensieri furono interrotti dai gemiti di Yuna, che si stava svegliando.
“Mmhhh…cos’è successo? Dove siamo?”, chiese Yuna, ancora intontita.
Tidus le rispose paziente: “Dei Guado ci hanno attaccato alle spalle e ci hanno catturato.”
Poi, datole un altro po’ di tempo, aggiunse: “Credi che Seymour centri qualcosa?”
A quel nome, Yuna sbiancò. Che fosse un nuovo tentativo di Seymour per sposarla? Non aveva mai rinunciato a quell’idea.
“No.”, disse, rivolta più a se stessa che a Tidus. “Impossibile, l’abbiamo sconfitto una volta per tutte dentro Sin.”
E Tidus rispose: “Ma come facciamo ad essere sicuri che non sia riuscito ad evitare la morte di nuovo? Del resto…” Ma risuonarono dei passi e Tidus si interruppe. Da dietro la porta proveniva un clangore metallico: stava arrivando qualcuno. Forse avrebbero capito chi c’era dietro tutta la faccenda.
Entrò un Guado: “Venite. Il padrone vuole vedervi.” Senza fare domande che probabilmente non avrebbero trovato risposta, Tidus e Yuna seguirono il Guado verso alcuni corridoi scarsamente illuminati, coi muri spogli e ammuffiti. Yuna aveva il viso sfigurato da una strana espressione; Tidus le rivolse un cenno interrogativo, ma lei non diede segno di aver visto e lui non osò parlare per chiederle spiegazioni.
Dopo aver attraversato una stanza sorvegliata da quattro Guado, si trovarono in un’ampia sala circolare; come folgorato da un lampo di comprensione, Tidus capì dove si trovavano: a Guadosalam, nell’ingresso della dimora di Seymour!
Yuna doveva averlo capito molto prima, ipotizzò Tidus. Intanto questa pensava disperatamente: “Calma. Che prove ci sono che Seymour viva ancora qui? In questo posto maledetto potrebbe abitarci chiunque.”
Yuna detestava quel posto, ma non perché l’avevano appena rapita; due anni fa, Seymour le aveva chiesto di sposarla proprio in quel luogo.
Il taciturno Guado indicò una porta: “Entrate.”, ordinò. “Io resto qui.” Tidus esitò, ma all’occhiataccia della guardia si affrettò ad ubbidire. Spinse la porta ed entrò, Yuna dietro di lui. Si trovarono in una lunga sala rettangolare; nel lato opposto c’era un Guado che li aspettava: dava loro le spalle, intento a fissare il panorama.
Dopo interminabili istanti, si girò… era Seymour.
Yuna spalancò la bocca, incapace di proferire parola dallo shock; Tidus urlò furioso: “SEYMOUUR!”
“Già, proprio io. Comunque, non è rilevante parlare con te, quindi…”; Seymour estrasse la sua spada e, puntandola sul disarmato Tidus, ordinò: “Novox!”.
Tidus, privato della sua voce, più e più volte mosse le labbra senza risultato e alla fine si arrese e si calmò.
“Bene.”, riprese Seymour. “Yuna, ti starai chiedendo perché ti ho fatto condurre qui. Ebbene, ho deciso di darti un’altra possibilità… vuoi diventare mia moglie?”
Yuna sbiancò. Proprio quello che temeva. Seymour pareva imbarazzato, ma sapeva che non sarebbe stato saggio rispondere: “No! ***” (del resto erano in suo potere) e decise di prendere tempo.
“E’ impossibile… tu sei morto…”, tentò Yuna, illogica.
“Non cambiare argomento, Yuna. Sì…”, le rispose Seymour, sottolineando quel sì, “o no?”, continuò, passandosi una mano sul collo al pronunciare di quella sillaba.
“E perché dovrei sposare uno come te?”, ribatté Yuna, tentando di conferire un tono di spavalderia alla sua voce spaventata.
“Perché…”, rispose Seymour con un ghigno, guardando verso Tidus, “se ti comporterai bene potrei decidere di lasciare in vita il tuo amico… una specie di regalo di nozze.”
“Sarebbe un ricatto?”, buttò lì Yuna, con lo stesso tono di prima.
“Sì.”, rispose Seymour. E senza preavviso agguantò Yuna e la baciò.
Quegli istanti furono interminabili per Tidus, che già si sentiva inutile e ridicolo; morso dalla rabbia, articolò: “Bastardo!”, ma dalle sue labbra non uscì nessun suono.
La sua ira, non sfogata, si impossessò del suo volto e gli conferì un’espressione di furia selvaggia.
Yuna lo vide e si spaventò; ma Tidus non era arrabbiato con lei, sapeva che non aveva scelta.
Lei si divincolò e urlò: “Stammi lontano, mostro!”
“Non sono le parole giuste per qualcuno in procinto di sposarsi.”
Seymour parve riflettere per qualche secondo, poi disse: “Ti concedo di ripensarci. Ti manderò a chiamare domani… dovresti avere il tempo sufficiente per trovare la risposta giusta.”
“Se non restituisci la voce a Tidus…”, cercò di minacciare Yuna, “ti posso già dare la risposta adesso.”
“No, non credo che lo farò.”, rispose Seymour. “Potrebbe distrarti nella ricerca della risposta.”
E detto questo li congedò. All’uscita trovarono il Guado di prima, che senza tanti complimenti li scortò in cella.
Lì Tidus lasciò Yuna a riflettere in pace; comunque non avrebbe potuto parlarle.
La mente di Tidus turbinava di pensieri; si sentiva come un naufrago su una zattera che, appena avvistata la terraferma, ne viene allontanato da una tempesta. “Seymour, che sia maledetto!”, imprecò in silenzio.
Dopo un po’, Yuna cominciò il suo discorso: “Senti, Tidus… io… io devo farlo, mi dispiace.”, disse, facendo attenzione a non guardarlo. “Non ho altra scelta… ci ha in pugno. E non potrei sopportare che tu morissi per causa mia…”
“ALLORA E’ QUESTO IL MOTIVO! Lo fa per me!”, pensò Tidus con un tuffo al cuore. Ma lui avrebbe preferito morire piuttosto che rovinare la vita di Yuna, piuttosto che vederla sposare Seymour.
Cercò di farsi capire da Yuna, interrompendola con gesti agitati e con parole senza suono, ma era tutto inutile.
“Mi dispiace, Tidus.”, continuò lei. “Ma voglio che tu sappia”, riprese, stavolta guardandolo dritto negli occhi, “che ti amo.”
A quelle parole, Tidus capì che doveva osare… avvicinò lentamente le sue labbra a quelle di Yuna e la baciò con passione.
Tidus sapeva in cuor suo che avrebbe pagato caro quell’attimo di felicità: proprio ora che aveva finalmente trovato Yuna stava per perderla per sempre.
Ma quando si staccarono, sentì che qualcosa era cambiato: gli era tornata la voce!
“Ti amo anch’io.”, si sorprese a dire.
“Oh, puoi parlare…”
“Sì, dev’essere stato il bacio… Ma ora ascoltami tu: preferirei morire piuttosto che vederti in sposa a Seymour. E poi…”, continuò Tidus, “dovresti pensare di più a te stessa, non devi sacrificarti per me.”
“Oh, Tidus… e cosa dovrei fare allora?”, chiese Yuna.
“Hmmm…”. E Tidus pensò e pensò e pensò, come mai aveva fatto nella sua vita; ma la necessità aguzza l’ingegno, e gli venne un’idea geniale.
“Ho trovato!”, esultò Tidus, tenendo la voce molto bassa per farsi sentire solo da Yuna.
“L’unica possibilità che abbiamo è punzecchiare Seymour sul suo onore.”
“Co…” “Quando Seymour ti manderà a chiamare domani, gli risponderai che…”
Seymour era inquieto. Strano, perché sapeva di aver ideato un piano perfetto: Yuna sarebbe morta piuttosto che sposarlo, ma era convinto che ci avrebbe pensato due volte prima di far morire il suo Tidus. “Appena mi sposerà, spedirò quel Tidus a lavorare nelle mie miniere del Deserto di Bikanel. Ho dato la mia parola di Guado che l’avrei lasciato in vita, ma non ho specificato come. Non potrà più darmi fastidio a miglia di distanza e senza voce.”
Il togliere la voce a Tidus è stato la ciliegina sulla torta: gli aveva così reso impossibile comunicare con Yuna, farle cambiare idea; “E forse sono anche riuscito a renderlo ridicolo agli occhi della mia futura sposa… chissà che capisca che quel Tidus non è niente al mio confronto.”
Anche se confortato da quei pensieri, Seymour era sempre più inquieto; desiderava abbreviare i tempi, convocare Yuna in fretta… “No.”, si disse. “Non posso permettere a un atto impulsivo di rovinare il mio piano perfetto. Yuna potrebbe non essere ancora pronta.”
Decise così di aspettare l’indomani, e nell’attesa passò una notte insonne.
“Sveglia. SVEGLIA!”, intimò bruscamente il solito Guado. “Muovetevi.”
Yuna era molto preoccupata, ma decise di fare del suo meglio per far funzionare il piano di Tidus.
“Effettivamente è un buon piano, ma se qualcosa dovesse andar storto… No! Non voglio neanche pensarci, perché non succederà. E poi è l’unica possibilità che abbiamo.”
Per Yuna il tempo si contrasse e si trovò davanti a Seymour molto prima di quello che pensava.
Si era aspettata che il Guado incalzasse subito con una frase tipo: “Hai trovato la risposta giusta, Yuna?”, ma il suo atteggiamento la spiazzò. Seymour, facendo appello a tutto il suo autocontrollo, la fissava silenziosamente, in attesa.
Yuna esitò: “Ehm, io…”, ma poi prese coraggio. “Io ho preso una decisione. Ti propongo una specie di prova, per dimostrarmi il tuo valore: sfidare Tidus a duello.”
A quelle parole, Tidus cercò di sembrare incredulo: Seymour doveva credere che quella fosse un’idea di Yuna, altrimenti avrebbe capito che a Tidus era tornata la voce e l’avrebbe zittito di nuovo; ma il Guado era troppo impegnato ad ascoltare Yuna per notare il suo strano comportamento e non si insospettì.
Yuna continuò: “Se vincerai tu, ti sposerò; ma se vincerà Tidus ci lascerai andare. Accetti?”
Seymour si prese il suo tempo per rifletterci; questa non se l’era proprio aspettata.
Avrebbe potuto benissimo rifiutare la proposta e costringere Yuna a sposarlo senza condizioni; prima o poi avrebbe ceduto; magari avrebbe potuto far torturare Tidus davanti ai suoi occhi, o perfino lei.
Così facendo, però, Yuna l’avrebbe odiato per sempre e, alla prima occasione, gliel’avrebbe fatta pagare; correndo quel piccolo rischio, invece, avrebbe potuto risparmiare molto tempo e molte scocciature. Sconfiggere Tidus sarebbe stato molto facile: non combatteva da due anni e per di più non poteva usare le Tecniche, senza voce. E fu così che la sua ciliegina gli si rivoltò contro; infatti Seymour commise l’errore di sottovalutare il suo avversario. “E poi“, pensò eccitato Seymour, “questa è l’occasione per dimostrare a Yuna che quel Tidus è spazzatura al mio confronto. E comunque, quando sarà morto, non le resterà nessun’altro da amare, a parte me.”
Alla fine Seymour chiese: “Ho la tua parola che se vincerò io sarai la mia sposa per sempre, e che mi sarai sempre fedele?”
“Ti do la mia parola, Seymour.”, rispose decisa Yuna. “E io ho la tua che, se vincerà Tidus, ci lascerai liberi e non ti metterai mai più sulla nostra strada?”
“Sarà un duello mortale,”, mise in chiaro Seymour, “e quindi, nella remota possibilità che Tidus mi uccida, non potrò più intromettermi nella vostra vita. Ma hai la mia parola di Guado che, se vincerà lui,” – al pronunciare di quella sillaba fissò Tidus con un ghigno – “potrete andarvene incolumi, tutti e due.”
Detto questo, Seymour chiamò il Guado scorbutico e gli ordinò di portargli la spada di Tidus e le pistole di Yuna, e di informare le guardie degli accordi presi.
Il Guado si avviò all’armeria, molto scontento della decisione presa dal padrone. Il prigioniero non poteva cavarsela così, non dopo aver ucciso, nella sua patetica resistenza, il suo migliore amico.
E fu così che, per la prima volta, quel Guado trasgredì agli ordini di Seymour: decise infatti di non parlare a nessuno del patto, cosicché anche se Tidus fosse riuscito a vincere il duello sarebbe comunque stato ucciso dalle guardie.
Quando il traditore gli portò le armi, Seymour intascò le pistole di Yuna e porse la spada all’avversario, ma dalla parte della lama.
Tidus non raccolse la provocazione e, stando attento a non tradire la presenza della sua voce (voleva sfruttare l’elemento sorpresa), tolse la sua Fraternity dalle mani del nemico e la impugnò, riuscendo a non tagliarsi.
Un istante dopo, Seymour si lanciò all’attacco senza preavviso; Tidus fece appena in tempo a parare l’affondo con un movimento debole, che lo sbilanciò e quasi gli fece perdere la spada.
Approfittando del buco nella sua guardia, Seymour lo colpì alla spalla.
Ma la ferita era superficiale e sortì l’effetto di rinvigorire Tidus, che si lanciò in una potente combo costringendo Seymour ad arretrare verso il muro. Poi mise a segno un affondo che ferì il nemico al ginocchio, pareggiando il bilancio delle ferite.
Il Guado, che fino a quel momento aveva pensato di poter sconfiggere Tidus senza usare la magia, evocò il potere del tuono: “THUNDAGA!”. Un’enorme saetta si stava per abbattere su Tidus, che all’ultimo secondo ordinò: “REFLEX!”. Il fulmine si riflesse contro uno stupefatto Seymour, che ebbe appena il tempo di usare la magia Shell per ridurre al minimo i danni.
Tidus cercò di approfittare del momento tentando un fendente che avrebbe posto fine al duello, ma Seymour lo schivò buttandosi di lato.
Il Guado capì allora che era giunto il momento di usare la sua carta migliore: premurandosi di farsi notare dall’avversario, estrasse le pistole di Yuna e le usò contro di lui. A quell’atto il coraggio di Tidus si affievolì, così come i suoi riflessi da giocatore di blitzball: rotolò di lato evitando la prima scarica, ma fu troppo lento per la seconda e venne colpito da quattro proiettili.
Sfinito, si accasciò a terra. Seymour si diresse lentamente verso di lui, stavolta con un perfido ghigno, pronto ad ucciderlo… ma Tidus, senza farsi sentire, ordinò: “Haste.” E, appena il suo nemico fu a tiro, con un movimento fulmineo gli affondò la spada nel cuore.
Il volto di Seymour divenne una maschera di dolore e, lentamente, spirò.
“E’ finita.”, annunciò Tidus a Yuna, rimasta impietrita. Prese dal cadavere le sue pistole e gliele restituì, aggiungendo: “Tieni, queste sono tue. Andiamo via ora.”
Ma appena furono usciti dalla sala il traditore istigò i Guado presenti: “Fratelli, questi umani hanno ucciso il nostro padrone. Vendetta!”
“No, un momento…”, tentò di spiegarsi Yuna.
Ma Tidus aveva capito che quello non era il momento delle parole e si preparò al combattimento imminente chiamando la magia Hastega per sé e per Yuna.
A quel gesto i Guado si avventarono su di loro; Tidus parò i colpi del traditore e lo eliminò con un fendente fulmineo; Yuna schivò la mazza di una guardia e le sparò alla testa.
Ma non c’era tempo per esultare: ben tre Guado stavano cercando di sopraffare Tidus; Yuna li disperse sparando una raffica di proiettili, che ne uccise uno, e gli altri due trovarono la morte sotto la spada di Tidus.
Ora i due combattevano fianco a fianco, difendendosi l’un l’altra; i nemici capirono che finché restavano in quella posizione erano imbattibili, così attirarono Tidus lontano e attaccarono Yuna alle spalle.
Quando capì l’inganno fu troppo tardi… “YUNA, DIETRO DI TE!”.
Lei rotolò via appena in tempo ed eliminò il Guado che la stava per uccidere.
Dopodichè prese a sparare all’impazzata per la sala, stando solo attenta a non colpire Tidus; i suoi colpi tolsero la vita a tre Guado.
Tidus, intanto, aveva eliminato la guardia che aveva fatto scattare la trappola contro Yuna e ne aveva ucciso altre due.
Era sopravvissuto solo un Guado, il più coriaceo; Yuna gli svuotò contro un intero caricatore, ma i proiettili non riuscivano neanche a scalfire la sua pelle.
Tidus corse a darle man forte usando la tecnica Antiscutum, che ruppe le sue difese, e Yuna gli diede il colpo di grazia.
Ora era veramente finita; finalmente poterono uscire da quel luogo infernale.
Esausti, si trascinarono fino alla salvosfera più vicina e tornarono all’Aeronave.
Appena Rikku li vide corse loro incontro preoccupata: “Ma dov’eravate finiti? Vi abbiamo cercato dappertutto.”
“Non nella casa di Seymour.”, rispose Tidus e, aiutato da Yuna, le raccontò l’accaduto.
Esaurite le spiegazioni, gli venne un’idea: “Yuna, vieni con me.”
E la portò al Lago di Macalania.
“Ricordi questo lago vero?”, le chiese.
“E come potrei dimenticarlo?”, rispose lei, diventando rossa. Era stato lì che aveva scambiato il suo primo bacio con Tidus, due anni fa.
“Ci tenevo a chiedertelo qui, Yuna… Vuoi sposarmi?”
“Oh, sì. Lo voglio.”
E più nulla poté fermare il loro amore.

Note dell’autore:
Salve a tutti, grazie per aver letto questa fan fiction.
Volevo far presente che la storia è stata pubblicata anche in un altro sito, ma vi assicuro che l’autore sono sempre io.