Il mondo crolla lentamente sotto i vostri sorrisi beffardi, mentre continuate a dire che le cose si sistemeranno e non fate nulla per salvare chi non è ancora morto.
Desiderate la purificazione, e la distruzione dell’uomo. Dopotutto, non è forse l’uomo a macchiarsi di male nella perfezione della natura. Lodate i morti ma li chiudete nelle statue negandoli alla pace, e mandate a morire i vivi. Ma poi, la condizione della vita è così sfuggevole e insicura. A che serve vivere?
Morire, ora o tempo dopo, non cambia. E voi volete rendere la nostra vita meno dolorosa e più infelice.
Ci consolate con il vostro sguardo benevolo impregnato di veleno, e intanto ci iniettate fiele nelle menti mentre sorridiamo anche noi mentre le nostre vite si sfaldano in un attimo.
E poi dite che è colpa dell’uomo, incolpate coloro che sono troppo deboli per ribellarsi, quelli che hanno rovistato in mezzo ai dolori e alle speranze mai realizzate la felicità. È facile, troppo facile, dare la colpa agli uomini, come se voi non lo foste.
Voi siete dei, voi chiusi nelle vostre stamberghe di cristallo, vestiti di stracci ricamati d’oro. Per voi è semplice dire che è colpa dell’uomo, voi che lo guardate dall’alto, che lo giudicate, che lo colpevolizzate.
E infine lo condannate.
Perché l’uomo non si può ribellare quando siete voi ad avere tutto il potere, il denaro, il prestigio, gli eserciti, le armi, le parole di amara cortesia che ci voi rifilate quando una casa crolla, quando una vita si spezza.
Quando un invocatore e i suoi guardiani partono, vi rassicurate con gioia che per altri dieci anni il vostro prestigio resterà intatto, e sorridete cauti e festosi col coraggio di mandare altra gente al patibolo, per la salvezza comune.
Ed è colpa degli uomini.
Forse l’unica colpa degli uomini è quella si essere nati, quella di vivere, poiché ci sono troppi di voi che cerca di sopprimerli, di annientarli. E voi sì, negate, perché mentire è la vostra arte migliore, soprattutto quando tutti gli uomini commettono l’errore di ascoltarvi, di sorridere mentre voi gli iniettate ancora altra morfina e vi date al peccato, che tanto gli uomini che tiranneggiate non vi vedranno mai. Sono così stanchi di vedere, sentire, parlare mentre tutto il mondo, il vostro mondo li respinge, li sopprime.
Perché pensate di essere dei, e sperate che i vostri peccati rimangano per sempre celati all’ombra delle vostre parole, delle vostre maledizioni, e intanto portate la morte tra coloro che vengono incolpati di aver commesso i vostri peccati. Perché sono loro i peccatori, per voi. E i peccatori più forti, quelli con ancora una speranza nel cuore vanno puniti, mentre quelli là più deboli si addomesticano, vengono addestrati a fare i sudditi, gli schiavi del mondo, i vostri schiavi.
E non vi vergognate di quello che fate. Nascondete con lunghi sorrisi maligni la vostra ipocrisia, trasformate la bramosia di potere in moderazione, i vostri peccati in atti di eroismo pubblico.
E i peccatori, i peccatori ve lo permettono. Forse perché hanno capito che il loro dio non è qui, né da nessun altra parte.
E sono gli uomini, coloro che chiamate peccatori, a subirne le conseguenze. Distribuite alla popolazione quelle consolazioni che chiamate speranza, che è come pane imbottito di veleno per topi e li chiamate avventati, li chiamate ingordi quando muoiono appestati. Date nelle loro mani il vaso e gli ordinate di aprirlo, e poi gli date il nome di indiscreti quando tutti i mali del mondo usciranno da esso.
Ma peggio ancora. Perché a Pandora era rimasta la speranza e i peccatori ne hanno anche troppa e sanno, quando ne avranno bisogno, a chi andarla a chiedere, perché siete voi a creare quelle consolazioni nelle quali i peccatori amano immergersi per non vedere che i pilastri dell’universo che crollano, uno dopo l’altro.
Togliete loro la perseveranza, sottraete l’umanità e la voglia di vivere, e in cambio gli date la speranza.
E poi vi dite generosi.