[Fan Fiction] The Princess and the Thief: Capitolo 2 – Due ladri sono meglio di uno?

Il grande castello di Alexandria, troneggiava su tutta la città; la sua stupenda maestosità,

poteva essere ammirata anche da molto lontano. Tutto pareva immobile, perfetto…tranne un particolare.

La piccola finestra di una torre, si aprì sul mondo circostante.

Le tende, scosse dalla brezza mattutina, si mossero piano…rivelando l’esile figura di una ragazza.

La principessa Garnet volse lo sguardo al cielo,immersa totalmente nei suoi pensieri. “Chissà dov’è adesso…?”

Quel ladruncolo le stava simpatico; l’aveva fatta divertire. Doveva ammetterlo, un po’ lo invidiava.

Lui era libero, poteva andare dove voleva…fare quello che voleva. Quanto desiderava poter fare queste cose. Volare via,lontana dal castello. Invece era lì, prigioniera della sua bellissima gabbia dorata.

I due ladri si incontrarono nell’osteria del borgo, per discutere gli eventi della sera precedente.

Gidan era pigramente seduto ad un tavolo e osservava, distratto, il boccale di birra mezzo vuoto di fronte a lui.

Blank, invece, era appoggiato al bancone con le braccia incrociate; il boccale di birra già completamente vuoto.

L’oste puliva tranquillamente i tavoli,ignorando i due ragazzi che discutevano poco lontani da lei.

– Lo sapevo! –

Sbottò Blank, mentre ordinava un altro boccale di birra.

– Quando c’è di mezzo una ragazza,tu perdi la testa! –

Il biondino tentò di giustificarsi.

– Era così bella… –

Blank dovette fare ricorso a tutta la sua buona volontà, per evitare di dire qualcosa di spiacevole all’amico.

– …Comunque, ‘sta sera ritenteremo il colpo! –

Appena calate le tenebre, due figure si mossero silenziose nell’oscurità; protette dal buio della notte.

Entrarono nel castello con estrema facilità, evitando le guardie; già sprofondate in un sonno profondo.

Rapidi e silenziosi, si appropriarono di ogni oggetto di valore su cui mettevano le mani.

*Dividiamoci!* Sussurrò Blank al compagno. Pessima idea…

Steiner, non aveva alcuna intenzione di mettersi a dormire.

Sapeva che la scorsa notte dei ladri avevano visitato il castello e aveva tutta l’intenzione di acciuffarli.

“Hanno abbandonato la refurtiva…torneranno sicuramente a riprenderla. Ed io starò qui ad aspettarli!”

Sorrise, soddisfatto del suo piano geniale.

– Comandante, è da tre ore che perlustriamo il castello…e non c’è traccia di alcun ladro! –

Esclamò sfinito, uno dei soldati. Il compagno di fianco a lui, sembrava d’accordo.

– Già! Possiamo andare a dormire…? La prego! –

Steiner rivolse ai due poveretti un’occhiata minacciosa.

– Siete soltanto degli scansafatiche! –

Mentre rimproverava le guardie della loro scarsa attitudine al lavoro, un rumore sospetto lo distrasse.

– Soldati, seguitemi! –

Nella stanza adiacente, Blank stava raccattando il maggior numero di oggetti di valore possibile.

“Sta andando tutto liscio come l’olio!” Pensò soddisfatto, mentre si voltava per andarsene.

Uno strano uomo in armatura, però, gli bloccò il passaggio.

– Oh-oh… –

Senza aggiungere altro, Blank partì come una scheggia; riuscendo a sfuggire ai due soldati.

“Che velocità!” Pensarono all’unisono. Steiner, sembrava molto arrabbiato…

– Che fate lì impalati?! Prendetelo! –

Gridò su tutte le furie, mentre cominciava a saltellare su e giù. (?!)

Le guardie obbedirono e, un po’ impediti dalla stanchezza, si lanciarono all’inseguimento.

“Ho una brutta sensazione…”Pensò Gidan, mentre interrompeva per un attimo il suo lavoro. (??)

Alzò un attimo gli occhi e si guardò intorno, circospetto.

Proprio in quel momento, Blank gli passò accanto più veloce di un fulmine… “Ma che succede?!”

La risposta, arrivò pochi secondi dopo. Due soldati, uno più impacciato dell’altro, lo superarono in gran fretta.

Erano così determinati ad acciuffare Blank, che non si accorsero di Gidan. “Accidenti! C’hanno beccato!”

Garnet si alzò pigramente dal suo comodo letto, strofinandosi gli occhi assonnati.

“Cos’è tutta questa confusione…?”Ancora mezza addormentata, si infilò la lunga camicia da notte;

poi, in tutta calma, andò verso la porta ed uscì…diretta verso quegli strani rumori.

Appena sotto la rampa di scale, le si presentò una scena a dir poco esilarante.

Steiner era riuscito ad acchiappare Gidan, che cercava in tutti i modi di liberarsi…

– Lascia andare la mia coda!! –

Gridò fra un insulto e l’altro.“Ce l’hanno tutti con la mia povera coda…!” Pensò sconsolato.

– Vile manigoldo! Meriti soltanto la ghigliottina! –

Esclamò Steiner, tutt’altro che intenzionato a mollare la presa.

– Steiner! –

L’uomo di latta, come l’aveva ribattezzato Gidan, alzò lo sguardo verso una ragazza dal viso familiare.

“Ma quella è…!” Gidan sapeva di aver già visto quel viso.

– Principessa, mi rincresce disturbarla a quest’ora della notte, ma vede… –

“Principessa?!” Ad un tratto, gli fu tutto chiaro.

Il volto di Gidan, mutò in un’espressione terrorizzata. “Sono un uomo morto…”


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