[Fan Fiction] The Princess and the Thief: Capitolo 4 – Il nuovo piano del Boss

Era proprio una bella giornata, ad Alexandria. Erano le prime ore del pomeriggio e il sole era già alto nel cielo.

Ogni donna e uomo della città, era intento a fare le sue mansioni:

Chi aggiustava un cartello o un tetto mezzo rotto; chi badava al negozio, vendendo armi, pozioni e quant’altro;

chi affittava camere ai viaggiatori o serviva ai tavoli dell’osteria una buona birra.

Soltanto i bambini sembravano potersi divertire. Alcuni giocavano a rincorrersi; altri giocavano a carte,

tentando invano di non litigare; altri ancora, invece, erano semplicemente impegnati a cercare il gatto scappato.

In un vicolo poco illuminato, c’era una stretta scalinata che scendeva verso l’ingresso di un piccolo teatrino.

Due ragazzi, uno biondo con la coda e l’altro castano pieno di cicatrici, si stavano dirigendo proprio laggiù.

La porta si aprì con un debole cigolio. Una bella fanciulla dai capelli d’argento, diede il benvenuto ai ragazzi.

– Hola, chicos! –

Salutò la strana ragazza, con forte accento spagnolo. I due ladri, riconoscendo la loro vecchia amica, sorrisero.

– Ciao, Carmen! –

Esclamarono all’unisono. Poco lontano, c’erano i loro compagni seduti svogliatamente ad un tavolo.

– Er Cina, Markus… –

I due banditi, uno grasso con un grosso martello appeso alla cintura e uno muscoloso pieno di tatuaggi,

salutarono con un piccolo cenno del capo.

– Er Boss ve vole parlà! –

Aggiunse Er Cina, con forte accento romano, mentre riprendeva a sorseggiare rumorosamente la sua birra.

Gidan e Blank si guardarono negli occhi, timorosi. “Aiuto…!” Il loro unico pensiero.

Con ammirevole coraggio, raggiunsero il grande tavolo in fondo alla sala.

Un uomo nerboruto (o forse soltanto grasso) e con una folta barba rossiccia, li invitò a sedersi.

I poveri ladruncoli, obbedirono diligentemente; prendendo due sedie dai tavoli vicini.

– Allorrra, picciotti…dov’è il malloppo? –

I ragazzi si scambiarono degli sguardi imbarazzati, indecisi sul da farsi. Notando che Blank era nel panico,

Gidan decise di parlare per primo.

– Boss, è stato più difficile di quanto ci aspettassimo… –

Tentò di giustificarsi. “Siamo morti!” Pensò Blank, immaginandosi la probabile reazione di Kalò.

Il Boss, infatti, detestava tornarsene al covo a mani vuote. Dopotutto, aveva una reputazione da difendere. (…)

Anche Gidan era piuttosto teso; si aspettava che, da un momento all’altro, il capo gli avrebbe riempiti di botte.

Invece, reagì in un modo a dir poco insolito, per uno come lui.

– Fa nulla, picciotti! Ho già prrronto un nuovo piano, ah! –

I due ladri, si guardarono di sottecchi. “Ecco perché non si è arrabbiato…”

Il Boss aspettò che tutta l’attenzione della banda fosse focalizzata su di lui, prima di esporre l’astuto piano.

– Reciterrremo l’opera: Sarò Il Tuo Passerotto, ah! –

Esclamò senza inutili giri di parole. Nessuno sapeva cosa rispondere. “COSA?!” Fu l’unico pensiero di tutti.

Nonostante questo, comunque, ognuno reagì in modi diversi:

Er Cina, riuscì ad ingozzarsi con la poca birra che gli era rimasta;

Blank svenne, cadendo all’indietro e portando con se la sedia;

Gidan sembrava in catalessi, con gli occhi completamente fuori dalle orbite;

Markus invece, già superato lo shock, stava tentando in tutti i modi di far rinvenire il compare Blank.

Carmen era l’unica che aveva preso bene la notizia. Infatti, gongolava allegramente.

Notando la più che legittima reazione della sua banda, Kalò avvertì la necessità di spiegarsi meglio.

Il nuovo piano parve a tutti molto semplice ed altrettanto efficace:

Alcuni di loro avrebbero recitato sul palco, mentre gli altri avrebbero derubato gli ignari nobili.

In questo modo, pochi si sarebbero accorti delle loro azioni.

Erano passati due giorni e tutti i preparativi erano quasi ultimati.

I Tantarus avevano addobbato a dovere lo Scenalante; ingaggiando addirittura un’orchestra… (!!)

Fuori dalla città era tutto tranquillo, ma soprattutto non c’erano guardie a controllare il loro operato.

Markus ed Er Cina erano andati ad affiggere i volantini; lascando a Gidan, Blank e Carmen gli ultimi lavori.

– Ma per chi ci ha preso?! Siamo una banda di ladri, non una compagnia teatrale! –

Esclamò seccato Blank, mentre finiva di appendere il suo ultimo addobbo.

Gidan, inerpicato su una piccola scala, rispose distrattamente; occupato fare gli ultimi piccoli ritocchi.

– Smettila Blank! Che ne sai, magari sarà divertente! –

L’amico sbuffò contrariato, mentre spostava lo sguardo su Carmen che canticchiava tutta felice.

Sembrava essere l’unica un po’ emozionata dall’evento imminente.

– Me gusta recitar! –

Disse, senza smettere di canticchiare. Sul volto di Blank comparve un leggero rossore.

– Anch’io adoro recitare! –

Sbottò all’improvviso, scandendo bene le parole; ma la ragazza parve ignorarlo completamente.

Gidan, lo guardò stranito; interrompendo per un attimo le sue faccende.

Da quando erano rimasti soli con Carmen, il suo amico si stava comportando in modo davvero strano.

– Ma hai appena detto che… –

Blank lo fulminò con lo sguardo. Zittendolo all’istante. A quel punto, Gidan capì qualcosa.

Un sorriso malizioso increspò le sue labbra. “È cotto di lei!”


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