[Fan Fiction] The Ultimate Weapon : Capitolo 2

Se a Gidan quattro anni prima avessero detto che avrebbe fatto parte di un banchetto di gala in mezzo alla “créme della créme” del continente, sicuramente non ci avrebbe creduto. Invece eccolo li, al tavolo centrale, seduto vicino alla regina Garnet e al resto della combriccola che aveva salvato il mondo. E che banchetto: la regina non ha voluto far partecipare né Quina né Amarant alla parata proprio per questo. Il cacciatore di taglie, era stato in pratica obbligato dalla cuoca a cacciare “le mejo bestie der monno” e ai membri migliori della sua scuola aveva concesso di aiutarla ai reali fornelli. Le portate si suddividevano in antipasti di diverso genere, tre primi, due secondi, dolci, e ovviamente vino a fiumi.

Man mano che la cena andava avanti, al tavolo della regina arrivavano gli altri amici, tranne Quina che aveva ancora da cucinare. Era parecchio che non si vedevano:

«Ehi, cavaliere, come butta?» fece il vocione di Amarant a Steiner.

«Oh, il mio gladiatore preferito! Che dici, dopo la cena ce li facciamo un paio di round come digestivo?» gli rispose scherzando Steiner, mettendosi in posa di combattimento. I due spesso si ritrovavano nelle scuderie per allenarsi al combattimento, cercando di migliorarsi l’un l’altro imparando tecniche nuove derivate dalla loro esperienza. Abbracciandosi alle spalle si sedettero a tavola chiacchierando come vecchi commilitoni.

«Già faresti meglio a ricominciare ad allenarti Steiner. Inizi a mettere peso.» tutti si girano a mirare la bellissima Beatrix che si stava avvicinando alle spalle del generale. La donna più affascinante del regno era sempre ritenuta Garnet, ma la shogun rivaleggiava parecchio in bellezza con la regina. Non fosse stato per la lunga benda che aveva sull’occhio che le copriva sempre una parte del viso, forse sarebbe diventata più famosa come bellezza che come guerriera impareggiabile. Anche in passato riceveva forti avance dai cavalieri dei regni vicini, che immancabilmente ricevevano il due di picche. E anche il due di spade.

«Già, chissà in che modo l’hai scoperto…» disse Gidan ammiccando. «Sai Gidan non è un caso che spesso non si facciano trovare a palazzo la sera…» incalzò Daga, sul punto di scoppiare a ridere. I due guerrieri si imbarazzarono in maniera diversa. Beatrix semplicemente trattenendo con una smorfia ogni commento, e Steiner facendo i suoi soliti tre saltelli urlando:

«GRRR!!! Guarda come hai fatto diventare la mia principessina a forza di frequentarla, bandito! Ha perduto tutta la sua delicatezza!»

«Ehi, che centro io stavolta?!»

Daga non si trattenne più, e iniziò a ridere con le lacrime agli occhi. Mentre Amarant cercava anche lui di entrare in discussione, sebbene non fosse molto incline agli scherzi, Gidan ne approfittò per osservare la fidanzata mentre si sbellicava dalle risa: possibile che un simile angelo fosse capitato proprio a lui, praticamente l’ultimo dei ladruncoli? E lui che fa per ricambiare il dono datogli dalla dea bendata? Se ne sta lontano tantissimo tempo, per le più diverse cause. Il fatto stesso che l’indomani mattina doveva partire per un recupero di un antico manufatto che si trovava in fondo al mare lo mandava in bestia. Oh, ma aveva ancora altre quattro ore per stare con lei, faceva meglio a godersele.

Si mise di fianco a Garnet, nel suo impacciante vestito rosa, Eiko che dovette litigare parecchio con la ampia gonna prima di riuscire a sedersi. Vedendo il Tantarus guardare sognante l’amica, strillò ingelosita:

«Gidan Tribal! Non si saluta più? Dov’è finita la rinomata galanteria dei ladri gentiluomini? » «Oh, scusa granduchessina Eiko» gli disse dandogli un leggero bacio sulla mano «Ma ero impegnato a prendere in giro il samurai. Allora che succede a Lindblum di bello? »

«Papà è all’opera di un nuovo Hilda Garde ed io lo sto aiutando insieme ad Oltania. Sai cominciano a piacermi questi affari volanti. Ah, mi ha detto di riferirti, che vicino allo Scenalante troverai il nuovo modello della moto RGPX-400. L’ho pilotata io, ti assicuro che è fantastica. E sono diventata brava a guidare!»

«Posso confermarlo, ha fatto certe giravolte da far invidia a un pilota professionista arrugginito!» disse il nuovo arrivato. Era Flatrey, che fu salutato da tutti, tranne da Beatrix, che quasi non si girò. La shogun si vergognava di quello che aveva fatto a Burmecia. Si riteneva infatti responsabile dell’ulteriore dramma che Freija, di cui era diventata amica, aveva avuto rincontrandolo: se non avesse invaso ciecamente Burmecia e Cleyra, forse le cose fra loro due sarebbero andate diversamente.

«E se lo ricorda lui, statene certi.» disse quest’ultima.

L’atmosfera sembrò presto più quella di una chiassosa cena di gruppo, che di un incontro di rappresentanza. Daga improvvisamente si ricordò di una cosa da fare. Detestava rompere l’atmosfera divertente che si stava creando anche nel resto della sala, ma doveva farlo. Si alzò e fece tintinnare il bicchiere di cristallo battendolo con il coltello. Si fece silenzio, che fu interrotto dalle parole della regina:

«Signori nobili, e non, eroi del Conflitto della Nebbia: in quest’occasione come altre, abbiamo celebrato coloro che hanno combattuto e vinto in questa guerra. Consentitemi di proporre un brindisi per i caduti che purtroppo meritavano un posto qui con noi in questa sala. La loro morte è per noi motivo di tristezza e di rammarico, ma senza il loro contributo, da soli non avremmo mai raggiunto la pace. Consentitemi di proporre un brindisi, ai caduti vittoriosi! » bevve Daga per prima, e a seguire tutti gli altri, che si alzarono in piedi e fecero spontaneamente un commosso applauso. Beatrix non volle alzarsi, ma fu in pratica costretta da Freija.

In quel momento Gidan prese dal fagotto che portava sempre con sé un vecchio cappello arancione a punta con alcune cuciture sul cono, e con una fascia rossa alla base: il cappello di Vivi. Tutti i membri del gruppo misero le loro mani sul vecchio tessuto, e cercarono tutti un ricordo del loro amico, da condividere con gli altri. Parlo Steiner per primo:

«Ricordate quando il signor Vivi partecipò alla sagra della caccia a Lindblum?»

«Sì, e di quando mi bruciò il cappuccio bianco? A momenti bruciavo anch’io…» disse Daga.

«Quante gliene dicevo io allora? Però mi voleva sempre bene.» fece Eiko triste.

«Ne voleva a tutti Eiko. Ricordate cosa mi rispose quando gli chiesi se voleva continuare il viaggio a Burmecia? Non credevo che un bambino così piccolo fosse così maturo» chiese la draghiera. «Beh posso ricordarmelo solo io, gli altri non c’erano. » precisò Gidan «Diamine però, c’eravamo tutti quando lanciò quell’Apocalisse a Trivia. »

«Continuo ancora a non credere come potesse un corpo così piccolo avere un simile potere.» parlò per la prima volta Amarant.

«Spettacolare. E di quando…» continuando così. La cena riprese normalmente, e pian piano il velo di tristezza che il ricordo del loro compagno scomparso aveva suscitato sparì dal volto dei nostri eroi che parlarono dei diversi fatti e problemi che avevano dalle loro parti. Quando arrivò la banda musicale dei Tantarus che suonò tutto il suo repertorio, la cena finì.


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