[Fan Fiction] The Ultimate Weapon : Capitolo 8

Illustro i movimenti del malvagio Trivia. A più tardi, e mi raccomando continuate a commentare!”


Mikoto iniziava a preoccuparsi: dopo aver controllato il cristallo misterioso, Gidan doveva tornare a Madain Sairi a fare “rapporto”, ma erano passati già due giorni. Eiko pensava che avesse risolto facilmente la cosa, che evidentemente non aveva altro da riferire e che era tornato ad Alexandria alla chetichella per stare con Daga. La Jenoma non la pensava così: aveva uno strano presentimento, e di solito non sbagliava. Con una scusa si allontanò dal villaggio degli sciamani e si diresse all’Abisso dei Cristalli. Mentre discendeva il crinale, non vide il cristallo nero e ciò aumentò la sua preoccupazione; scesa sulla superficie vide alcuni cristalli spezzati, e i segni degli incantesimi di Gidan, insieme a qualche sporadica macchia di sangue fresco sul terreno.

“Che diamine è successo qui?” si chiese. Un semplice controllo in una zona deserta, eccetto qualche insetto, non poteva certo spiegare i resti di un combattimento di quel genere. Mentre cercava altri indizi, vide un soldato a terra: era il capitano che mensilmente veniva mandato da Lindblum a sorvegliare la zona. Era privo di conoscenza, ma vivo. Ritenendo che fosse l’unico in grado di spiegarle ciò che era successo, Mikoto impose le mani e fece un incantesimo curativo. Eiko l’aveva iniziata alla magia, ma non era ancora pratica, soprattutto se era sotto pressione. Ma il potenziale lo aveva. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, il soldato si svegliò aprendo lentamente le palpebre. Con un filo di voce disse:

«Sono in paradiso?»

«No, soldato. Una sciagura si è abbattuta su di te: sei fortunato a essere vivo.» Guardandosi intorno, il soldato riuscì a rizzare la schiena.

«Avrei dovuto capirlo. Gli angeli hanno le ali.» rispose indicando la Jenoma, che non accorgendosi subito del complimento, rispose con un semplice:

«Beh…grazie. Ricordi cosa ti è successo?»

«Non riesco a capire… ero qui per sorvegliare questo posto, stavo facendo la solita ronda, quando passai davanti a un cristallo tutto nero, a cui non aveva mai fatto caso. All’improvviso, una voce nella mia testa…» disse toccandosi la fronte dolorante «… mi diceva di avvicinarmi, che mi avrebbe fatto un regalo. Non capivo… poi uscì un fumo densissimo che iniziò a circondarmi, non riuscivo più a muovermi. Volevo urlare, ma la bocca non produceva suono. Poi venne un ragazzo, biondo con la coda. Appena mi vide, si mosse per aiutarmi… poi non ricordo altro.»

Mikoto non riusciva a crederci: dentro il cristallo si nascondeva un’entità viva, un parassita per di più. Nella sua testa provò un misto di forte ansia e di preoccupazione allo stesso tempo: era questa l’emozione chiamata paura?

Le sue teorie erano andate riccamente a farsi benedire. Dopo un attimo di concentrazione, il capitano ricominciò a parlare, e pregò che non le dicesse quello che pensava:

«Mi pare di ricordare altri frammenti, come in un sogno. Vedevo che stavo combattendo contro quel ragazzo, il mio corpo non era più controllato da me. Parlava con un’altra voce con parole non mie. Poi… ho visto il ragazzo trasformarsi e colpirmi con una lunga spada. Ricominciai a sentire delle sensazioni, come se la mia anima venisse…messa da parte, e quel fumo che entrava in una ferita che il ragazzo aveva sul braccio…»

«E poi?!» lo incalzò lei «Dov’è andato?»

«Non lo so, giuro… prima di svenire, lo vidi che rideva.»

Mikoto cadde in ginocchio, e capì: quell’entità aveva usato il corpo del povero soldato per impossessarsi di quello del fratello in Trance, che era evidentemente il suo vero obiettivo. E capì anche che quelle chiazze nere nel sangue di Gidan analizzato tempo prima, provenivano dalla stessa entità che ora lo possedeva, come per preparare l’organismo ospite alla sua venuta. Le venne in mente un’ unica “persona” che aveva il potere per farlo. Il fratello le parlò diverse volte di Trivia e del suo piano. Improvvisamente, un turbinio di emozioni l’assalì, tristezza, risentimento, paura, angoscia, amore fraterno. Non riuscì a controllare tutte: lanciò un lungo grido disperato per sfogarsi. Si sentì quasi meglio dopo. Rialzandosi, notò incastrata nella maglia del soldato una scheggia lunga un paio di centimetri, che emetteva una luce blu e verde. Prendendola, la Jenoma capì che aveva in mano una preziosissima scheggia dell’ “Ultima” così come l’aveva giustamente battezzata il fratello. Se avesse pensato prima a raccogliere un campione della lama magica, forse ora Trivia non sarebbe rinato dentro il corpo di Gidan. Aiutò il capitano a rimettersi in piedi, che afferrandole il fianco e la spalla, le fece male:

«Non ti preoccupare, non ti faccio cadere. Non c’è bisogno di stringere così forte.»

«Non sto stringendo!» fece sorpreso e risentito il soldato.

Le venne un dubbio: chiese al soldato porgendogli la sua spada:

«Prova a piegarla.»

«Provare a piegarla?» ripeté incredulo. Al segno di assenso di Mikoto, con una certa curiosità brandì l’arma dall’elsa e dalla punta, e iniziò a spingere da ambo i lati. La lama si piegò istantaneamente con un forte stridore e il capitano sgranò gli occhi colpito dalla sua forza. «Giuro che stamattina non piegavo le sbarre.» riuscì a dire mentre con altrettanta facilità la ripiegava.

Mikoto si fece cupa: se un semplice uomo riceveva un incremento di forza simile dalla presenza di Trivia nel suo organismo, chissà Gidan come poteva essere diventato più potente ai suoi comandi.

Dall’altra parte dell’oceano, precisamente sopra Lindblum, ritto sopra un enorme drago-zombie stava Trivia: guardava sorridendo la florida città della tecnologia, la città che ospitò il gioiello ancestrale e che ora da i suoi natali alla piccola Eiko. La vendetta verso coloro che lo avevano sconfitto doveva iniziare da qui, pensò.

«Lindblum… la sede del Granducato dei Fabool. E se questa memoria non m’inganna, sede anche della Sagra della caccia. Potrei cancellarla dalla faccia di Gaia con una semplice mossa…» disse allungando la mano verso la metropoli sottostante, sognando di distruggerla semplicemente stringendo le dita «Oppure potrei raccogliere qualche anima meritevole… dopo aver ucciso le altre, ovvio. Ma entrambe queste opzioni non mi allettano…»

«Posso chiederti che stai facendo?» fece una voce femminile alle sue spalle. Dire che Trivia si spaventò è dir poco: con un movimento piuttosto comico fece per voltarsi e rischiò anche di cadere, reprimendo un’imprecazione:

«Porc… venire dietro le spalle in quel modo! Non si fa!» ma appena resosi conto della figuraccia fatta, dicendo una frase assolutamente non da lui, quasi pentendosi di essersi impadronito di un personaggio spiritoso, si rivolse con un più composto:

«Ma bene! Un corno sulla testa, e delle piccole ali sulle spalle: sei senza dubbio Eiko!» Eiko aveva la bocca spalancata: ignorando la bestiale cavalcatura, quello che si trovava dinanzi era senz’altro Gidan. Non era lui, però, assolutamente:

«Ma come gran duchessina? Non mi avete riconosciuto? L’ammirazione che provate per questo corpo è davvero forte!»

Sforzandosi di non arrossire e di mantenere la magia che la teneva in volo, pensò rapidamente: non poteva essere Kuja e neanche Garland che non aveva motivo di tornare nel corpo di Gidan. Anche se distorta, riconobbe la paurosa voce della creatura malvagia:

«Tu sei… Trivia! Brutto pallidone pelato! Non ti avevamo ficcato quelle tue parlantine sulla rinascita del mondo del nulla su per il tuo…»

«Sì, lo avete fatto…» interruppe l’insulto «Ma come vedi sono tornato, nel corpo del tuo Gidan. E ora dammi un buon motivo per non distruggere te, e questa patetica città.»

Per tutta risposta Eiko prese il suo flauto ed eseguì una rapidissima successione di note, ma apparentemente non successe nulla. Approfittando di quello che pensava fosse un fallimento della piccola sciamana, Trivia lanciò un violento Thundaga che invece di dirigersi verso di lei, curvò indietro verso la città, per poi infrangersi magicamente come vetro, su una barriera invisibile. Eiko sorrideva:

«Ora la città è difesa da uno scudo antimagico che assorbe e difende ogni tipo di attacco. Inoltre, è in grado di respingere come un muro di roccia qualsiasi persona indesiderata tenti di avvicinarsi. È una vecchia magia invocativa, usata tramite dei catalizzatori artificiali. Uno a zero, cattivone!»

Con una smorfia di rabbia Trivia sibilò:

«Credo che non potrò fare tutto da solo… penso che avrò bisogno di…» ma prima di completare la frase, il drago si alzò improvvisamente e volò verso nord, lasciando perplessa e con le lacrime agli occhi la piccola sciamana, che ancora non riusciva a credere a quel che aveva visto.


“Niente male questa suddivisione, nevvero? ‘A me, me piace’ come diceva uno…e ora spazio alle risposte!!:

psyker: come ho ammesso all’inizio è un capitolo che non entusiasma neanche me, ma l’ho scritto un pò forzatamente, perchè non avevo altre idee di come farlo incontrare con Garnet e gli altri. Ovviamente ti ringrazio per la sincerità. e spero che questo ti abbia soddisfatto di più. Bravo inoltre a capire le tecniche di Beatrix (altro sospiro di sollievo, credevo non si capissero…), e a intuire la presenza di Hades… devo dire però che la tua analisi su Trivia, mi lascia alquanto perplesso perchè ho controllato anche nella versione inglese, ne Kuja ne Garlan ne tantomeno Trivia stesso dicono la natura del boss finale. Trivia si presenta (così com’è nel gioco, ho controllato i dialoghi) come l’oscurità eterna che vuole creare un mondo privo di vita e quindi privo della paura della morte, senza il mondo di cristallo, e si riferisce a Kuja solo accusandogli di voler distruggere l’origine di ogni cosa per aver ceduto alla paura della morte. L’intento di Trivia è quindi quasi “benevolo” ovvero eliminare l’esistenza della paura della morte, benchè voglia eliminare anche la ‘voglia di vivere’. Aggiunge anche che la vita è inutile se prima o poi si intraprende la via della distruzione e che quindi è meglio non esistere affatto. Il desiderio dei mortali, dice, è quello di ritornare al nulla ma Gidan si rifiuta di accettare la sua teoria e lo sfida in nome dei ricordi e dichiaran-do che la paura non lo fermerà. Prima di morire Trivia dice: ‘Perchè respingete la mia risposta?è così forte la vostra voglia di vivere?Non è ancora finita!Io rinascerò sempre perchè, se c’è vita c’è anche la MORTE!!’. Poi Gidan va da kuja eccetera… ci sono diverse scuole di pensiero sulla vera natura di Trivia che nel gioco non viene a malapena accennata. Io l’ho interpretato come una semidivinità della morte che si è manifestata quando Kuja ha cercato di distruggere il mondo di cristallo. Che sia stato creato dal male che Garland ha infuso in Kuja e Gidan, è una possibilità ma mi sembra piuttosto strana, dato che Gidan è buono e Kuja solo spaventato dalla morte. Tutto qua. Scusa per la lunghezza!!

baby91:Hai ragione e con il tuo consiglio stò cercando di non far diventare scontato i dialoghi, che nn sono il mio forte… ah la frase dell’animale nn è male ottima scelta. Ultimamente è diventato un pò cattivello però… alla prossima!!

CIAUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!


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