Arrivò il giorno antecedente al torneo. Tidus, Yuna e tutti gli altri si stavano preparando a partire. Dovevano cominciare a partire il giorno prima del torneo perchè quella mattina avrebbero dovuto salire sulla nave per Porto Kilika e da lì prendere la nave per Luka quella sera stessa. Quella mattina Yuna non aveva più nausea ma sperava che questa non le ritornasse proprio sulla nave: non avrebbe saputo che dire a Tidus in quanto egli sapeva che lei non soffriva il mal di mare. La nave era già davanti al molo, aspettava solo agli Aurochs. Yuna cercava conforto dalla cugina tanto che aveva paura di farsi scoprire, “Ma di cosa hai paura?” le domandò Rikku sottovoce per non farsi sentire “Se lo scopre da solo ti togli la pena di doverglielo dire tu”
“Non è per questo Rikku: tu non hai visto come Tidus in questi giorni era teso per il torneo. Certo lui sa di essere il capitano della miglior squadra ma… non so perchè è nervoso lo stesso. E se ora scoprirà la verità sarà messo ancora peggio. Ora più che mai è necessario che lui non sappia niente almeno finchè il torneo non sarà finito”
“Va bene ho capito ma, se posso dire la mia opinione, in questo modo non fai che torturarti”
“Lo so, ma devo resistere”. Ma Yuna sapeva di mentire a sè stessa e a Rikku, non era quello il motivo principale per cui non diceva nulla a Tidus
“Senti, prima di tutto non ne siamo davvero sicure. Prima di trarre conclusioni non pensi che dovresti consultare un medico?”. Yuna ci pensò per due minuti poi rispose “In effetti… in effetti hai ragione. Penso che cercherò un medico a Kilika”
“Chiedi a Baralai dove trovarlo. Ha vissuto a Kilika fino a qualche tempo fa”
“Vorrà anche sapere il perchè. Cosa gli dico in quel caso?”
“Non sei costretta a dirglielo Yunie. Chiedigli dove trovare un medico e basta”
“Sì, penso che farò così”.
Sulla nave Yuna non ebbe problemi ma ogni tanto le girava la testa. Tidus notò che lei si teneva troppo spesso la mano sul capo “Ehi stai bene?” le domandò
“I-io? Sì certo. Come mai me lo chiedi?” disse tutta la frase in fretta per l’emozione
“Ho notato che ti tieni la testa. Non vorrei che ti sentissi male”
“Sto benissimo. Una meraviglia. Non è il caso di preoccuparsi ok?”. Tidus però non era affatto convinto. Notandolo Yuna cercò di cambiare discorso “Tu piuttosto…” ma non sapeva che argomento prendere “… perchè… perchè sei così teso? Per il torneo? Ma tanto la tua squadra è la più forte no?”
“Beh sì ma… ci saranno anche i Luka Goers al torneo. E quelli sono avversari davvero duri”
“Vabbè tanto non devi vincere per forza. L’importante è partecipare vero?”. Grazie a quelle parole Tidus si rese conto che in tutti quei giorni lui era stato nervoso per niente. In fondo aveva ragione lei, gli bastava solo che partecipasse “Sì hai ragione, non si deve vincere a tutti i costi. Conta partecipare e divertirsi giusto?”
“Felice che tu lo abbia capito”
“Me lo hai fatto capire tu. Grazie amore”. Tidus fece per baciarla ma Yuna ebbe un brivido. Si voltò di scatto e si allontanò da lui. Il ragazzo fu sorpreso da quell’atto e guardò Yuna perplesso “Ehi che ti prende?” le domandò
“No… no niente, scusami”
“Yuna che cos’hai?”. La ragazza a quel punto si spazientì “Ti dico che non ho niente, mi vuoi lasciar stare?”, quelle parole le aveva quasi urlate, Tidus si ritrasse. Entrambi erano stupiti. Yuna provò a calmarsi “Mi… mi dispiace, non volevo. Non so che mi prende” disse quando invece lo sapeva, “Non importa” rispose Tidus dolcemente e la abbracciò forte. Stretta fra le sue braccia Yuna era tentata di tirar fuori la verità, di non trattenersi più con lui. Ma sapeva che non poteva ancora farlo, doveva aspettare. Tutto quello che potè fare fu sfogarsi con un pianto liberatorio. Tidus sentì le sue lacrime finire sul suo petto “E ora perchè piangi?”. Yuna non rispose. Sciolse l’abbraccio e se ne andò in cabina.
Quel pomeriggio la nave attraccò a Porto Kilika, mentre quella che doveva partire per Luka sarebbe arrivata un paio d’ore dopo. Quando scesero sul molo Rikku e Yuna preferirono non perdere tempo, la ragazza bionda si mise davanti a Baralai “Senti un pò Baralai, tu hai vissuto qua fino a qualche tempo fa vero?”
“Beh sì, perch…”
“Ottimo. Non è che potresti dirmi se sai dove posso trovarlo un medico da queste parti?”
“Un medico? Non ti senti bene?”
“Niente domande. Allora?”
“Uhm… mi sembra che in quella capanna in fondo al molo ci viva un dottore”
“E di che si occupa?”
“Beh, un pò di tutto. E’ un bravo dottore. Ma perchè me lo…”
“Ottimo. Yunie andiamo”. Rikku prese la cugina per la mano e loro due insieme raggiunsero la capanna indicata da Baralai. Bussarono. Un uomo che doveva avere almeno una cinquantina d’anni aprì la porta. “Lei è il dottore?” domandò Yuna all’uomo
“Sì. Avete preso appuntamento?”
“No, ma non posso più aspettare”. Il dottore le permise di entrare ma Rikku rimase sulla soglia, “Vuoi che entri anch’io Yunie?”
“No. Questo… questo dubbio ho bisogno di togliermelo stando da sola. Scusami”
“Non fa niente. Aspetterò qua fuori. Non metterci troppo” e detto questo la porta si chiuse.
Passò un quarto d’ora, poi venti… trenta… quarantacinque minuti ma ancora niente. Rikku era tesa e si chiedeva quanto poteva esserlo ancora di più Yuna, aspettò per altri dieci minuti. Poi finalmente la porta si aprì, Yuna stava stringendo la mano all’uomo in segno di ringraziamento “La ringrazio dottore. Buona serata” e chiuse la porta. Rikku era impaziente “Allora? Che ti ha detto?”. Yuna non rispose, pianse e basta. Non sapeva se per felicità o tristezza. Alla fine disse qualche parola ma incomprensibile, Rikku non aveva capito “Come? Non ho capito cosa hai detto”. Yuna si accasciò sulle gambe sempre piangendo, poi disse a voce un pò più alta “Io porto in grembo il figlio mio e di Tidus!”