[Fan Fiction] La Leggenda di Black Cat – Capitolo 13: Le Frigid Plateau

La piccola banchina dove attraccò la Wind Dancer aveva perduto il colore originario per lasciar posto ad un bianco candido. I resti di un albero maestro con ancora la coffa era diventato parte integrante del paesaggio.
Il nome di quelle isole rispecchiava il clima rigido e inospitale per l’uomo, Le Frigid Plateau, il Massiccio Figido. Inospitale per i bipedi come Katarina, ma non per gli animali dotati di pelliccia. Non solo cetacei e pinguini, ma lupi e yeti. La piratessa aveva avuto degli spiacevoli incontri con gli abominevoli uomini delle nevi; secondo le leggende vivevano tra le montagne dai ghiacci perenni, ma Kat aveva constatato che non era più così. Erano armati di clava ed erano alti più di due metri, ma si limitavano a ruggire. Se non si attaccavano non recavano problemi. Non voleva usare i barilotti appena comprati dal contrabbandiere (più che comprati erano rubati ad Hawke e rivenduti a prezzi esorbitanti) contro di loro.
Nei pressi del molo vi era un drakar tirato a secco e di fronte vi era un grande forte che svettava la bandiera del Jolly Roger di Katarina. In quel momento sentì i cannoni del forte tuonare, rivolti ad una corvetta della Guardia Cremisi: in breve sentì e vide l’esplosione della santabarbara che trasformò la corvetta in un bottino di Davy Jones.

Un’enorme murata le bloccò il cammino, ma riuscì a superare l’ostacolo, trovandosi in una pianura che per il clima rigido del luogo era simile ad altre zone di quelle isole. Ma non era sola: dietro di lei apparve una donna armata con una grande ascia bipenne e dallo sguardo truce. Indossava un’armatura dorata di manifattura antica, un grande elmo sormontato non da corna ma da ali. Katarina aveva davanti a sé colei che assomigliava ad una valchiria, la lucente corazza della guerriera rifletteva i freddi raggi del sole. Le leggende delle valchirie riguardavano i guerrieri destinati a morte eroica, la donna ne sceglieva uno da condurlo nel Walhalla. Se era lì voleva dire che era Katarina la prossima eroina?
La valchiria si avvicinò minacciosa.
“…Tu morirai sfidandomi…vedremo chi è la più forte su queste isole. Resterà solo una di noi!” Katarina era sorpresa da quella proposta di sfida.
“…Io non cerco nessuna battaglia…” rispose calma, ma la valchiria ringhiò.
“…Difenditi! Pazza!” e iniziò l’attacco. Katarina non comprendeva il perché di quella sfida, ma dovette combattere contro di lei. La valchiria aveva uno scudo a difesa di se stessa e molti dei colpi di Kat vennero parati. Improvvisamente udì un fischio: subito dopo, rapidi e agili dalla boscaglia che le circondava apparvero dei lupi, in difesa della valchiria.
Katarina dovette fare affidamento sulle proprie forze per sconfiggerla; non aveva trovato altri Tiki mistici e con fatica riuscì a tenerle testa, ma la nordica possedeva, come narravano le leggende, qualcosa di magico: la sua spada emanava fulmini ma non fu un particolare per Katarina: il Woodoo Master era stato un nemico ben peggiore.
Una volta sconfitta, la valchiria venne avvolta da un alone bluastro, e chiudendo gli occhi venne finalmente accompagnata nel Walhalla. Lasciò sul terreno un’ascia da lancio e una piccola chiave dall’aspetto simile al cristallo. “Questa mi sarà utile” pensò tornando a bordo del proprio vascello.

Accomodandosi nella propria cabina con un vassoio di frutta, Katarina notò un forziere dove vi era contenuta la Chartstone aperto, il lucchetto forzato e rotto vicino ad esso. Vi era un pugnale che teneva fermo un messaggio.
“La mappa del tesoro della pirata Mara De Leon è un’irresistibile premio per me. Firmato Duncan the Blade”
Katarina si sentì invadere dall’ira.
“…Arr! Lo uccido!” e con impeto abbandonò il cibo, uscendo dalla propria cabina.
Appena la cabina del capitano tornò non silenzio, un’ombra apparve, fuggendo dal giardinetto di poppa, la parte compresa tra il fianco e la poppa. Il nome deriva dal piccolo orto pensile dei galeoni, all’altezza della cabina del comandante, in cui veniva coltivata quella poca verdura di cui godevano lui e gli ufficiali della nave durante i lunghi viaggi in mare aperto. Legò una cima all’impavesata del giardinetto e abbandonò la Wind Dancer.


Vai a ‘Seleziona Capitolo’
Vai a Capitolo 14