La Chartstone segnava quell’isola come Jack’s Reward, ed era parte dell’arcipelago dei nativi. A differenza delle altre visitate precedentemente, quest’ultima aveva i resti di antiche rovine dei primi colonizzatori e dei popoli autoctoni. Tra la vegetazione apparvero delle antiche colonne squadrate, alte all’incirca sei metri; le incisioni non erano state danneggiate dalle intemperie ed erano chiaramente visibili. Katarina si avvicinò e nonostante il monito inciso sulle colonne fosse della lingua locale, la comprese. Era una lingua molto bizzarra, simile ai geroglifici, che cambiava direzione ad ogni riga.
“…”Basta viaggiare e leggi. Solo distruggendo i guardiani puoi sperare di sopravvivere. Getta la speranza nel fuoco che devi creare se il potere del gelo vuoi dare”… uhm, è chiaramente un enigma.” alzò lo sguardo al cielo, notando del fumo riconducibile al cratere di un vulcano. Era meglio muoversi.
L’isola pullulava di Tiki e Moai, statue monolitiche già incontrate in altre isole con grandi volti ricavate e scavate da un unico blocco di tufo vulcanico, ma Kat aveva imparato a eludere i primi; stessa cosa con alcuni sciamani, poco inclini all’ospitalità.
Le rovine presenti a Jack’s Reward appartenevano a varie epoche, prima e dopo la colonizzazione dei Cinque Mari: Kat notò alcune colonne in stile corinzio, i capitelli decorati con foglie e la colonna col fusto scanalato-presentavano solchi longitudinali-le foglie del capitello ricordavano quelle tipiche tropicali, ne aveva viste molte quando vive a a Buccaneer’s Bay.
Dopo alcune ore in avanscoperta nell’esplorazione dell’isola Kat raggiunse un promontorio circondato da salici: fu laggiù che trovò un altro di quei Tiki magici. Aveva sfumature arancio tendenti al rossastro, lo sguardo grottesco per via della bocca esageratamente grande.
Entro il crepuscolo la Wind Dancer lasciò l’ultima di quelle isole, tornando a Le Frigid Plateau.
Durante la sua prima visita Kat aveva trovato un promontorio di ghiaccio superabile con alcuni particolari stivali in grado di superare il ghiaccio. Quando raggiunse la cima vide qualcosa a dir poco strano. Era una creatura demoniaca dalle squame bluastre, le ali di pipistrello e una mole considerevole. Era intrappolata nel ghiaccio. Il suo istinto era quello di liberare la creatura, ma come? Si ricordò del monito inciso sulle colonne di Jack’s Reward, e prese il Tiki rossastro. “…’Il fuoco che devi creare’…” ripensò, lanciando il Tiki contro il demone. Ed ebbe ragione: il ghiaccio si sciolse, liberando quella creatura.
“…É da moltissimo tempo che non mangio, imprigionato dai ghiacci. Sono nel presente finalmente! ” ruggì rivolto a Katarina.
“..Io ho questo potere… ma anche quello di farti ripiombare nel ghiaccio.”
“…Ti ringrazio per questo… e sarai il mio primo pasto nel presente!”
Kat si mise in guardia, ma il demone di ghiaccio era molto forte. Dovette lottare parecchio per prevalere, usando alcune fiaschette di grog incendiate. E infine la vide, la Chartstone!
Rappresentava come sempre un paesaggio ma quella volta rassomigliava ad un inferno: al posto del mare vi era la lava, il cielo era rosso e minaccioso; ma mai come il nome di quell’arcipelago poteva spiegare cosa Katarina avrebbe visto da lì a poco. Hade’s Pyre, nelle isole vulcaniche, le più pericolose dei Cinque Mari.
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