[Fan Fiction] La Leggenda di Black Cat – Capitolo 7: The Ghost Ship

Kat era al timone della Wind Dancer, la brezza notturna le scompigliava i capelli color rosso fuoco e gonfiava le vele della corvetta. Doveva trovare la nave fantasma e recuperare la Chartstone.
Facile più a dirsi che ha farsi.
“…Rotta Sud- Sud Est, issate le vele!” ordinò ai marinai arrampicati sulle sartie e sui pennoni. Quello specchio d’acqua veniva segnato sulla mappa col nome di Bay of Tears, e forse mai nome più esatto poteva descrivere quel luogo: inospitale e quasi privo di vita, sembrava un purgatorio in mezzo al mare. La Wind Dancer navigava elegante, finché la calma venne interrotta dal rombo di cannoni di un’altra nave. Una nave evanescente, il terrore dei mari. Katarina e l’equipaggio non credeva ai propri occhi: era lei!
“…É la nave fantasma! Tutti ai propri posti di combattimento! Non possiamo essere gettati nello scrigno di Davy Jones!”
La Wind Dancer rispose al fuoco ma la nave fantasma aveva un’artiglieria più pesante. Infine Kat vide chi governava il terribile vascello. Erano scheletri. Sia loro, sia il sartiame e il fasciame apparivano di un colore azzurro tendente al blu. Il vascello era chiaramente una fregata militare fantasma, con un equipaggio di ben 120 uomini e 40 pezzi di artiglieria. Con una velocità sottovento di 13 nodi la rendeva un terribile avversario con una potenza di fuoco considerevole.
La Wind Dancer dalla sua parte aveva una maggiore velocità e manovrabilità, lo scafo resistente poteva sostenere un abbordaggio. Quello contro una nave normale, non una fantasma. La prima iniziò l’attacco, cercando a sua volta di non essere colpita. La nave fantasma sembrava stranamente subire i danni da parte della Wind Dancer. Katarina notò che la polena della sua nave era diversa: emanava una luce calda e rassicurante. Percepì lo stesso calore nella tasca dove teneva al sicuro le Chartstones: erano collegate?
“Fuoco!” urlò, sentendo su di sé e sulla Wind Dancer una protezione che poteva aiutarla a sconfiggere la nave fantasma. La Wind Dancer rapida speronò con il grande bompresso la fiancata della nave, e in quel momento l’equipaggio della corvetta lanciò dalle murate bombe maleodoranti che non permettevano agli avversari di mirare alla Wind Dancer. Subito dopo i suoi cannoni tuonarono di nuovo, spezzando gli alberi della fregata e facendole perdere manovrabilità. Con una virata a babordo la Wind Dancer sfuggì ad una bordata, per poi rispondere con l’ultimo, fatale colpo. Quella strana polena unita forse alle Chartstones aveva reso la nave in grado di sconfiggere un vascello fantasma. Velocemente costei sparì com’era apparsa, lasciando sulla superficie del mare alcuni detriti. Tra queste vi era una grande cassa: al suo interno Kat trovò quello che cercava, la Woodoo Chartstone. Ritraeva delle isole dai particolari motivi grafici tribali; come le altre furono disegnate da Mara e appartengono ad una Chartstone più vasta.
“Rotta verso Dark Isle, virate a tribordo!” ordinò mentre rimirava il disegno della Chartstone. Il tesoro e la vendetta erano vicini.


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