Oltre che a ispirarsi al personaggio di Noctis, questa Fan Fiction è ispirata alla canzone Calling You degli aqua, la versione di questo video: http://www.youtube.com/watch?v=HvWsOzT7R_g&feature=related
Cosplay – Noctis Lucis Caellum
“Un cosplay è una persona che sa materializzare i sogni in realtà su se stesso, è un essere umano col potere dei Cristalli Creatori ( anche se non so bene cosa siano né se esistano), è un sognatore che crede nell’impossibile e un angelo che riesce a volare anche senza ali.” – Hikaru Ohayashi
In tutto il mondo milioni di ragazzi sognano o hanno sognato almeno una volta di traformarsi in qualcun altro, magari più bello, più importante e potente, qualcuno che possa migliorare la loro immagini senza farli sembrare idioti col pass per il manicomio.
In tutto il mondo questi milioni di ragazzi vivono con un sogno nel cassetto: Essere qualsiasi cosa tranne che se stessi, eppure non perdere neppure un momento di quella che è la loro vita.
A Tokyo, ridente Capitale del Giappone e una delle più belle città del mondo, ogni anno tutti questi milioni di ragazzi si radunano nelle piazze, e se dovesse capitarvi di assistere ad uno di questi incontri non meravigliatevi se Sailor Moon si avvicina a voi per stringervi la mano e scambiare qualche parola.
Potrebbero sembrare fuori di testa, ma la loro è un’arte sopraffina, che pochi di voi avrebbero il coraggio di imitare. Si chiamano Cosplayers, e sebbene il loro personaggio alberghi in loro ogni minuto di ogni istante della loro vita, Una volta o più all’anno prende il sopravvento ed ecco che li vediamo trasformarsi in lui, nelle piazze delle nostre città.
Tuttavia, nonostante loro siano i loro personaggi, molto spesso in momenti di crisi si sentano frasi del tipo: Peccato che lui/lei non esista.
Pùò sembrare strano, ma la storia che sto per raccontarvi è la conferma che questa affermazione è falsa.
Tutto successe per caso qualche anno fa, forse cinque o sei anni addietro.
Mancavano pochi giorni al raduno, e i preparativi fremevano. Quell’anno sarebbe stato speciale, perchè era la prima volta che veniva indetta una specie di gara tra Cosplayers, che consisteva nello scegliere la migliore interpretazione di fra i 50 iscritti.
La festa sarebbe durata dalle 6.30 del mattino fino alle 7.00 del mattino successivo, intervallata da giochi, buffet e eventi vari, e sarebbe consistita nel recitare diversi pezzi del manga o dell’anime a cui si erano ispirati. La migliore interpretazione sarebbe stata premiata con un assegno pari all’equivalente di un cospicuo assegno per finanziare i futuri travestimenti e di una coppa al miglior Cosplay. L’evento prendeva il nome di Cosplay Premium Festival, e c’erano delegazioni giunte da ogni parte del mondo per aggiudicarsi il premio.
Tra i vari partecipanti vi era Hikaru Ohayashi, che si era iscritto insieme ai suoi compagni come squadra, e aveva cominciato a prepararsi mesi prima. Era un ragazzo sui venticinque, capelli tagliati corti castani e un sorriso che quasi inteneriva. L’unico suo difetto era la timidezza, e il fatto di essere un Cosplayer. Fino a qualche tempo fa aveva portato gli occhiali, ma dopo un pò era riuscito a convincere i suoi a procurargli un paio di lentine nere. Non godeva di una buona fama a scuola, anzi benchè l’aspetto fosse alquanto desiderabile era considerato il più sfigato dell’istituto. Era stato un anno a scuola di arti marziali, per imparare a difendersi dai bulli, ma aveva avuto la sfiga di vedersi arrivare un nuovo bullo che era cintura nera di tutte le principali categorie di lotta giapponese. Così aveva dovuto abbandonarsi al suo destino, per così dire, coltivando in segreto le passioni di tutta una vita: Gli anime e i manga. Era un bravo disegnatore, ma per quanto si sforzasse era da un bel pò che l’ispirazione l’aveva abbandonato.
Comunque per tornare al nostro racconto, alla fine il grande giorno era arrivato.
Tokyo, 7.40 del mattino.
Hikaru arrivò a scuola assieme ai suoi due migliori amici, naturalmente sfigati anche loro. Akira e Daisuke Kimura, due gemelli di 25 anni diversi l’uno dall’altro sia nell’aspetto che nel carattere. Akira aveva i capelli biondi e gli occhi color nocciola, e un viso che esprimeva dolcezza, mentre Daisuke aveva sia la chioma che gli occhi neri, e un carattere un pò ombroso che si rifletteva sull’espressione del suo volto.
Nessuno si voltò a salutarli quando entrarono dal cancello, anzi ci fu un coro di risa perchè erano appena entrati ” gli sfigati in costume”. Hikaru si sentì ribollire dentro, ma non ebbe il tempo di reagire perchè una voce femminile lo riscosse. Era Aimi Yoshida, una ragazza un pò impacciata ma tutto sommato bella, nuova arrivata della loro classe, anche lei segratamente appassionata di Cosplay.
” Ciao ragazzi! ” esclamò avvicinandosi. Hikaru rimase incantato ad osservarla. Aveva i capelli biondi tinti di qualche sfumatura di un rosa pallido, lunghe gambe affusolate e un sorriso che riusciva a illuminare anche da dietro i pesanti occhiali che indossava
Anche stavolta non fece in tempo a rispondere, perchè sentì uno dei bulli farle un eco disprezzante. Aimi non ci fece caso, ma vide che Hikaru non smetteva di fissare quel ragazzo, con l’odio negli occhi. ” Lascialo perdere! ” sussurrò ” Fa sempre così!”. Non ebbe neanche il tempo di parlare perchè il giovane si staccò da lei e andò incontro al bullo
” No Hikaru, per favore, fermati! ” urlò la ragazza. Ma era troppo tardi.