Berlino
Accademia della scherma, 1a classe
Ore 09.45 AM
Erano molte le attività che impegnavano il fine settimana dei due fratelli Köhler, e tra queste c’erano la lezione di scherma e di karate, sport di cui entrambi erano appassionati e cintura nera. Lo spirito sportivo di solito li aveva sempre accomunati, anche se ormai tutti conoscevano la loro proverbiale e fraterna inimicizia. E vada per il nuovo look dei capelli, vada per la fissazione di Joan per quel nuovo libro, Loveless, e vada anche per l’improvvisa voglia di Ebert di imparare a usare la katana, per la quale frequentava tutti i pomeriggi un corso speciale tenuto apposta per lui dal suo istruttore, ventotto ore a settimana, ovvero quattro ore al giorno per sette giorni, ma quello che ancora i loro compagni di classe accademica ignoravano stava per succedere.
Erano le nove e mezza circa, e quella mattina Joan ed Ebert Köhler aveva già avuto un’ora e mezza di lezione, che era stata più che sufficiente al loro coach per toccare con mano i molti progressi fatti dai due allievi. Il corso di Karate unito a quello di scherma comincia a dare i propri frutti, pensò mentre li osservava. Poi all’improvviso gli venne un’improbabile idea, che avrebbe segnato l’inizio dei guai.
“Stop, basta così per oggi! ” disse, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Joan ed Ebert obbedirono solertemente, lieti che la maschera dei bravi allievi avesse sortito il suo effetto di mascherare il grande sforzo compiuto nel celare quell’odio incontrollato che provavano l’uno nei confronti dell’altro. Era impossibile continuare a far finta di nulla ancora per molto, ma il peggio arrivò quando il loro istruttore annunciò
” Bene, adesso voglio vedervi all’azione. Ebert, voglio verificare i progressi che hai fatto con la Katana, Joan, voglio vedere fino a che punto puoi arrivare! Prendete le vostre armi e lasciatevi andare. Ma ricordatevi che questo è un allenamento, non un duello. Se doveste spingervi più in là sarò costretto a fermarvi e a sospendervi dalle lezioni per qualche giorno! Sono stato chiaro? ” concluse, sperando che quella minaccia fosse servita da monito per evitare ai loro bollenti spiriti di scaldarsi troppo. Ma non fu così.
Ebert guardò dritto negli occhi il fratello, che ricambiò con un ghigno appena percettibile, quindi entrambi presero dalle loro postazioni le loro nuovi armi. Ebert strinse tra le mani l’elsa della Masamune, si, proprio lei, la mitica Masamune che Sephiroth gli aveva consegnato assieme al potere, mentre Joan trasse dal fodero la Rapier rossa di Genesis Rhapsodos, sfiorando delicatamente la lama con le dita coperte dai guanti bianchi della tuta accademica, e chiudendo gli occhi quando percepì qualcosa dentro di lui, un brivido di piacere che gli percorreva la schiena e gli faceva vibrare i sensi.
I due impugnarono le loro armi sotto gli occhi vigili del coach, e continuando a fissarsi avanzarono l’uno verso l’altro. Erano occhi negli occhi quando infine Joan scagliò il primo fendente. Ebert si difese egregiamente, agile, furtivo e forte, parò i colpi con molta maestria, ma ben presto cominciarono a fare sul serio.
Joan sferrò un attacco dopo l’altro, con una tale violenza e rapidità da lasciare stupito e attonito il coach che li osservava, ma Ebert continuava a difendersi e parare senza fare il minimo sforzo, cosa che fece girare i nervi al suo avversario. All’improvviso Joan spiccò un fenomenale salto e piombò sul fratello con la spada puntata verso il suo petto, ma con un deciso fendente Ebert parò anche quel colpo e lo scagliò lontano. Il coach s’alzò in piedi fischiando e proclamando la fine del duello.
La violenza del colpo era stata tale da tramortire Joan. L’istruttore accorse preoccupato, mentre senza farsi scoprire il giovane Ebert usò i suoi poteri per riporre la Masamune al suo posto. “ Joan! Joan, ragazzo, mi senti? ” chiese il coach
Il giovane riaprì gli occhi, la vista traballante e un lieve mal di testa
“Dio sia lodato! ” mormorò l’istruttore, tirando un sospiro di sollievo, poi esclamò
“ Santo cielo, hai preso una bella botta, guarda lì che livido! Ma dove l’avete trovata tutta questa forza voi due? ”
Joan s’alzò senza rispondere e si guardò allo specchio tramite la fotocamera del telefonino. Aveva un’enorme macchia viola appena sotto l’occhio, e non si stupì che si fosse formata così in fretta. Lanciò una lunga e torva occhiata al fratello, poi rinfoderò la spada
“ Forse non è stata una buona idea, questa storia del duello! ” commentò ancora il loro insegnante, poi aggiunse “ tornate a casa, per oggi abbiamo finito. E cercate di non allenarvi troppo, o qualcuno finirà per farsi male! ”
“ Avevi promesso di non farlo Joan! ” lo ammonì Luke.
Era quasi sera, il tramonto colorava i monti intorno alla città, e i due amici erano seduti al tavolino del Caffè dove solevano incontrarsi. Joan, come al solito vestito di nero, con anfibi e cappotto rosso, sbruffò spazientito ai rimproveri dell’amico “ E cosa avrei dovuto fare? Rifiutarmi? Fare la figura dell’idiota fifone? ” chiese sarcastico, ingollando un altro sorso di wiskhy. “ Nessuno di voi due avrebbe dovuto ingaggiare un duello simile! Dobbiamo cercare di non dare nell’ occhio! Questi nuovi poteri sono troppo grande per noi, che tra l’altro non siamo ancora in grado di usarli appieno! ” spiegò con pazienza Luke “Ah! Va al diavolo Angeal, tu e i tuoi consigli! Sarebbe accaduto comunque! ” brontolò insofferente Joan“ Ma sareste stati da soli, e non avreste destato sospetti! ” continuò a ribadire l’altro. Joan non rispose, mandando giù l’ultimo sorso dal bicchiere.
” Genesis, dobbiamo riunirci agli altri! ” aggiunse allora il cosplay di Angeal ” il più presto possibile! ”
Joan si limitò ad annuire.
Quelle sera stessa, non appena tutti furono andati a letto, Joan ed Ebert Köhler spiccarono il volo con la loro unica ala nera verso il luogo dove avrebbero dovuto incontrare gli altri Cosplayers, indicato loro da Genesis. Ed effettuare quella che oramai chiamavano Reunion.