[Fan Fiction] Noctis Cosplay: Capitolo 8 “The dew that querces the land”

Berlino
12,30 a.m.
05 Dicembre 2025

Joan Köhler E Luke Haas erano amici dalle elementari, e frequentavano lo stesso liceo, ma erano diversi quasi su tutto tranne che sulla passione per i Cosplay che li accomunava e li univa ancor di più.
Joan era un ragazzo introverso e tutto sommato rispettoso e mite, dai capelli biondi e gli occhi verdi, mentre Luke era moro e aveva due occhi neri ed espressivi che scintillavano come gemme su un viso attraente. Non c’era che dire, entrambi erano abbastanza attraenti per quanto riguardava l’aspetto fisico, ma non erano bulli, anzi erano le vittime, e le ragazze non erano interessate a questo tipo di soggetti.
Da un po’ di tempo a questa parte però nel loro aspetto come nel loro carattere sono cambiate non poche cose. Una mattina il giovane Joan si era svegliato e guardandosi allo specchio si era accorti di avere i capelli rossi e il colore degli occhi leggermente diverso dal solito, poi incontrando Luke aveva notato i suoi capelli neri e il taglio un po’ diverso dal solito, ma il guaio vero era cominciato quando avevano scoperto i loro poteri, dopo uno strano sogno in cui avevano parlato con Genesis e Angeal, i personaggi di cui loro erano ormai da cinque anni Cosplayer.
Ben presto avevano capito che non era stato solo un sogno, che ora avevano in mano le chiavi per il successo e dovevano sfruttarle più che potevano. Così si erano iscritti alla gara internazionale di Cosplayer che si teneva a Tokyo, e avevano partecipando arrivando solo secondi, battuti da tre giapponesi di quella stessa città. Luke aveva preso bene la sconfitta, diversamente da Joan, che si era chiuso in un ostinato mutismo ormai da tre giorni, ovvero dal loro ritorno a Berlino.
Anche perchè pure suo fratello Ebert condivideva il loro segreto, peccato solo che tra i due non corresse buon sangue e che, ironia della sorte, Sephirot avesse scelto proprio lui per liberarsi da quella prigionia in cui Realtà lo legava.
Ora era appena suonata la campanella, tutti si erano fiondati fuori dalla classe, e dentro erano rimasti solo loro Joan e Luke, che come al solito preferirono uscire per ultimi. Joan, che indossava un cappotto lungo rosso sopra maglia, pantaloni e anfibi neri, raccolse i libri e senza parlare uscì dalla classe, seguito da Luke, ma non avevano attraversato neanche metà del corridoio deserto che da dietro di loro si levò una voce schernitrice
” Hey, Joan, bel vestitino oggi. Stai migliorando! ”
Luke guardò l’amico, il cui viso si era fatto improvvisamente irato
” Ho sentito che sei arrivato secondo anche stavolta. Bhe, si vede che non è destino! ” continuò il bullo da dietro di loro, e Luke rivolgendo uno sguardo alla mano di Joan vide che il pugno era semi aperto e conteneva una palla incandescente di fuoco. Senza parlare gli bloccò con una mano il braccio e scosse la testa quando lui gli rivolse lo sguardo. Joan scosse con veemenza il braccio ritirando l’incantesimo e si avviò velocemente all’uscita, senza rispondere.

Arrivarono fino al portone della casa di Joan in un silenzio ostinato, poi Luke lo salutò senza ricevere risposta e si recò a casa sua, mentre Joan spalancò il portone e si fiondò su per le scale entrando in casa come una furia e andando a chiudersi direttamente in camera sua, senza neanche salutare il resto della famiglia.
Il primo ad accorgersi del suo ritorno fu proprio Ebert, che alzandosi da tavola si recò davanti alla porta della sua camera e lo salutò con strafottenza
” Ben tornato Genesis, non mi sembra sia andata bene a scuola! ”
Anche stavolta Joan non rispose, steso sul letto e immerso nella lettura di un libro che aveva trovato per caso su internet, in un sito per cosplay professionisti, e che aveva pagato quasi l’equivalente di 2.000 euro

Atto V
Even if the morrow is barren of promises, nothing shall forestall my return. To become the dew that querces the land. To spare over the sies, the skies.”
” Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno. Per diventare la rugiada che estingue la terra. Per risparmiare i mari, i cieli.


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