[Fan Fiction] Elevation

Genere: Fan Fiction di Tomb Raider

Autore: Andrea Coco [Scrivi]

Personaggio principale: Lara Croft

Disclaimer: Tutti i personaggi descritti appartengono ai rispettivi proprietari.

Elevation

A tribute to U2 and Lara Croft

Fan Fiction di Tomb Raider - Elevation - Andrea Coco

L’ascensore si muove veloce, in modo silenzioso e senza produrre scossoni. Sul display a caratteri rossi della pulsantiera i numeri si inseguono: settimo piano, ottavo piano, nono, decimo. Il viaggio è accompagnato da un brano degli U2: “Elevation”.
Non appena Bono Vox inizia a cantare, Offa sposta lo sguardo dalla pulsantiera incassata nella parete metallica allo schermo del palmare, dove la banda degli U2 sta eseguendo la canzone.
Una voce femminile sintetizzata lo avverte che è arrivato al 15° piano.
Le porte d’acciaio lucido dell’ascensore si aprono ed Offa esce, attraversando con passo spedito un corridoio in penombra, rischiarato solo dalla luce dei monitor che trasmettono il video della canzone.
Lui è un uomo sui quarant’anni, di corporatura atletica e con il cranio rasato. Indossa una tuta nera e porta ai piedi due stivali del medesimo colore.
Si ferma davanti ad un varco, poggia la mano sinistra su un pannello illuminato, accosta entrambi gli occhi a un lettore di riconoscimento dell’iride e pronuncia il suo nome: Offa Von Thunderbolt, lo scienziato ricercato in tutto il pianeta per i suoi esperimenti di biotecnologie.
Dietro la porta c’è un salone circolare illuminato da due grandi oblò, che permettono di ammirare Dublino dall’alto: il porto, il Trinity College, il Castello, la Cattedrale di San Patrizio e in lontananza Phoenix Park. L’ambiente è pieno di computer di varia forma e grandezza e lungo le pareti, tra le finestre, sono collocati degli armadi che ospitano altri apparati. Una fitta ragnatela di cavi multicolori occupa tutto il pavimento.
Davanti a un oblò, pigramente adagiato su una poltrona, un cyborg dal fisico scultoreo e con i capelli biondo oro osserva distrattamente il panorama.
Offa, poggiato il cellulare sul tavolo, si rivolge al suo collaboratore, che fino a quel momento si è ben guardato dal rivolgergli il saluto: “Gunther, gli U2 mi piacciono. Compongono delle belle canzoni e cantano divinamente,” afferma. “Pertanto, dobbiamo clonarli. Al lavoro!”
Detto questo, prende posto dietro una scrivania nera e lucida. Non appena sfiora con le mani la superficie del mobile, subito si accende la tastiera luminosa e un ologramma sospeso a mezz’aria, il display del personal computer, gli appare davanti al volto.
Le sue dita, lunghe sottili e curate, scorrono veloci sulla superficie del mobile e sul video appare la mappa della città vista dall’alto.
“Bene vediamo dove si trovano. Ah, eccoli! Gunther accendi subito il cannone elettronico. Non perdere tempo. Vuoi avere una voce o continuare ad esprimerti a grugniti?”.
La promessa spinge Gunther ad eseguire immediatamente l’ordine del suo padrone. Alzatosi di scatto, raggiunge la postazione di controllo e gira alcune leve.
Dall’antenna sistemata sopra la torre parte un segnale captato da un satellite collocato in orbita geostazionaria.
Questo si muove rapidamente e, a sua volta, punta una delle antenne contro la Terra.
Dal satellite parte un raggio che investe gli U2, intenti a suonare all’interno di uno studio di registrazione.
Il gruppo si materializza all’interno di una cella le cui pareti sono formate da un invisibile ma solidissimo campo energetico.
Offa è al settimo cielo.
“Bene,” commenta sfregandosi le mani, “Ora suonerete solo per me, mentre dei cloni lavoreranno al vostro posto.”
E rivolto al suo assistente: “Sono o non sono un bravo scienziato criminale?”
Gunther ovviamente risponde con un grugnito di assenso.

Gli U2 “clonati” si rivelano essere, tuttavia, un disastro: sono dei mediocri musicisti e per di più stonati.
La notizia esce sui tutti i media, fa il giro del mondo senza che nessuno sappia cosa fare, nessuno tranne una persona, Lara Croft, che ha invitato l’agente del celebre gruppo nella sua residenza nel Surrey. Vuole parlargli senza essere vista da persone indiscrete.
“Solo un individuo meschino può aver fatto una cosa simile: Offa von Thunderbolt”, gli spiega, “E io so dove si nasconde. Sarà un mio compito liberare i vostri clienti dalle grinfie di quel personaggio, ma sia ben chiaro che lavorerò senza chiedere alcun compenso, perché sono una grande ammiratrice degli U2. Tutto quello che le chiedo è il silenzio stampa, giusto il tempo necessario per intervenire.”
“Quando pensa di entrare in azione?” chiede l’uomo.
“Oggi stesso,” risponde lei e rivolta al suo fedele collaboratore Chase Carver: “Sei pronto?”

La notte seguente un elicottero, un Bell 406, vola sui cieli della capitale irlandese per fermarsi sulla verticale della torre di Von Thunderbolt. A bordo c’è Lara Croft e alla guida del velivolo Chase Carver.
Il velivolo, grazie alle sofisticate apparecchiature di cui è equipaggiato, è riuscito ad ingannare gli apparati di rilevamento dell’edificio avvicinandosi senza essere scoperto.
Lara mediante una fune si cala sul tetto della torre e con una granata fa saltare la finestra blindata calandosi nella soffitta.
L’allarme antintrusione inizia a suonare, la porta corazzata si apre all’improvviso e due cani cyborg irrompono nella stanza, ma lei li uccide utilizzando le mitragliatrici Uzi che ha portato con sé assieme ad una sacca.
Il passaggio si chiude di colpo, ma Lara lo demolisce con una bomba e con passo felino sguscia fra i raggi infrarossi che attivano le armi nascoste nelle pareti della scala.
La terza esplosione, un altro ostacolo superato, richiama l’attenzione dello scienziato, intento ad ascoltare il concerto dal vivo degli U2, che annoiato si rivolge al suo collaboratore: “Gunther, abbiamo un problema. Per favore, occupati tu della Lady perché io sono molto occupato.”
Il titano raggiunge Lara Croft nell’atrio dell’ascensore deciso ad affrontarla in un combattimento corpo a corpo, ma lei è troppo agile e veloce per lui e con una serie di colpi molto ben assestati lo rispedisce nella sala circolare, finché con un’ultima mossa lo spinge bruscamente contro uno degli oblò.
L’impatto è molto violento tale da far apparire sulla finestra una sottilissima ragnatela che rapidamente si allarga finché il vetro cede e Gunther precipita di sotto.
In quell’istante Offa Von Thunderbolt accorre brandeggiando un fucile a pompa. Ha capito che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Lara tira fuori da una tasca la beka di Sethi I, lo scettro simbolo del potere che il faraone aveva ricevuto al momento della sua incoronazione, e lo punta contro lo scienziato. Dall’oggetto parte un raggio che fonde l’arma.
Offa, spiazzato da una simile mossa, fugge, ma Lara Croft lo insegue nella sala adiacente dove si trovano gli U2.
Con lo scettro distrugge la loro prigione e poi tira fuori dalla sacca una chitarra che passa a Bono.
“Suona questa,” gli dice. “Vedrai che musica.”
Bono non si fa pregare e dallo strumento escono onde sonore che investono i computer facendoli esplodere.
Inizia così una reazione a catena che coinvolge tutti gli apparati presenti nella sala.
Von Thunderbolt approfitta della confusione per tentare di guadagnare l’uscita ma in prossimità della porta viene raggiunto e travolto da un’esplosione più forte delle altre, che distrugge tutto.

Offa e Gunther, legati come salami, riprendono i sensi all’interno di un furgone blindato della Garda, la polizia irlandese. Il cyborg è parzialmente bendato mentre lo scienziato ha il volto e le mani coperte da numerosi cerotti.
Davanti a loro ci sono Lara e Bono Vox, che gli sta porgendo un lettore mp3.
“Se tanto ci sentite a sentire la nostra musica…eccola.”
“Ma io preferisco sentirla dal vivo,” gli risponde Offa mentre vengono chiuse le porte ed il suo appello rimane così inascoltato.
Il mezzo parte, scortato da numerose automobili della Garda che hanno le sirene accese.

Mentre il furgone sfreccia per le vie di Dublino, Offa e Gunther ascoltano con le cuffiette “Elevation”, muovendo il busto al ritmo della musica.
“Gunther,” afferma lo scienziato, “Ogni sconfitta è una lezione da apprendere. La prossima volta prima cloniamo Lara Croft.”
Il Cyborg risponde con un grugnito di rabbia.
“Ahh, stai zitto! Tu che sei metà uomo e metà robot non capisci proprio nulla di donne.”
Detto ciò, appoggia la nuca alla parete, chiude gli occhi e, concentrandosi sulla canzone, sussurra: “Che musica, che donna.”

FINE

Andrea Coco

N.B.: Questo racconto è la rielaborazione di una storia, pubblicata per la prima volta nel 2002 sul sito tombraider.it.

Vi invito a leggere la storia ascoltando il brano Elevation. Proverete un piacevole effetto surround.