Ed ecco i nani, finalmente!
Per alcuni punti mi sono ispirata al Signore degli Anelli e a Dragon Age.
Nani"Inconsapevole progenie del Gigante Primordiale Ymir, le Antiche Scritture narrano di come la stirpe dei nani prese vita dai resti dell’Essere Primigenio, emergendo come vermi dalle carni di quella stessa creatura ancestrale che gli Déi avevano ucciso e smembrato per dare origine e forma al Mondo. Sangue divenuto acqua e ossa tramutate in pietra, i figli di Durinn vennero generati dal fango: piccoli, viscidi e rattrappiti, costretti a vivere nel sottosuolo per non perire di fronte ai pericoli e alle intemperie del mondo di superficie. Deboli, sperduti e privi della ragione, leggenda vuole che gli Déi ebbero pietà di loro, tanto da donare ai figli della Pietra forma e intelligenza umana.
Signori del sottosuolo, i nani hanno costruito il loro impero fatto di caverne e gallerie con un ingegno e una maestria tale da avere quasi del leggendario. Generazione dopo generazione i confini del loro regno si sono estesi a dismisura, tanto che per esplorare le terre di Joruvellir non è sufficiente nemmeno una vita intera. Aurvangar, dimora della famiglia reale, e Svarinshaugr, sede della casta nobiliare, sono i principali centri della vita e del commercio nanico. Abilissimi mercanti e fabbri, le merci di fattura nanica sono fra le più ricercate e rinomate di tutti i Nove Regni.
Stirpe testarda e legata alle tradizioni, la società nanica segue un rigido sistema di caste: il povero resta povero e il ricco rimane ricco, salvo rarissime eccezioni. Molto attaccati al loro glorioso passato, scolpito nella pietra generazione dopo generazione con dovizia di particolari quasi maniacale, i nani guardano con sospetto alle novità e al cambiamento, per nulla interessati (e tantomeno intimoriti) verso gli eventi del mondo di superficie, conviti che la loro stirpe possa durare in eterno... come la Pietra di cui sono figli. Avidi e amanti delle ricchezze, i nani considerano la Pietra come loro madre e venerano gli antenati (i nani che più di chiunque altro hanno contribuito a rafforzare il potere dell’impero nanico) più delle divinità che hanno donato loro forma e coscienza. Le ragioni di questo loro atteggiamento ostile verso gli Déi sono forse da collegare alla stessa natura nanica, figlia della terra e della pietra: i nani credono in tutto ciò che possono vedere e toccare con mano; magia, religione e superstizione sono a loro del tutto estranei. Stoici, severi e pragmatici, i nani rifuggono dunque da ogni rapporto col divino e il soprannaturale, troppo impegnati a badare ai propri affari per preoccuparsi di ciò che accade nel mondo di superficie.
E’ dunque raro che un nano si avventuri nel mondo esterno, fuori dal confini dell’Impero Nanico, ma non impossibile. I nani di superficie ne sono un esempio lampante. Di solito si tratta di mercanti, che hanno abbandonato la vita del sottosuolo per inseguire il richiamo di più lauti guadagni, o di rinnegati, che si sono costruiti una nuova vita e una nuova casa in superficie, liberi da un’esistenza fatta di caste e costellata da pesanti (quanto obsolete) tradizioni. La maggior parte dei nani di superficie è però costituita da criminali, la feccia della feccia, scampati per astuzia o per fortuna alla terribile sorte che spetta a coloro che osano destabilizzare il potere e l’ordine costituito.
I nani, come suggerisce il nome, raggiungono a malapena il metro e mezzo d’altezza. Piccoli e tozzi, gli uomini hanno un aspetto robusto e tarchiato, mentre le donne presentano lineamenti più dolci e delicati. Inoltre, la loro affinità con la pietra ha conferito alla loro pelle una resistenza adamantina, tanto da rendere i guerrieri di questa razza fra i più ostici da sconfiggere in battaglia, anche per un maestro druido o un veterano di guerra. Tuttavia, proprio questo loro legame con la pietra rappresenta il loro più grande punto debole: i nani, infatti, non possono praticare la magia."
Se non c'è altro, con le razze dovremmo avere finito.