Rinoa non aveva mai avuto così tanta voglia di strozzare qualcuno. Peccato che si sarebbe dovuta accontentare di ciò che restava di Squall; subito dopo l’incidente era stato trasportato in infermeria e, una volta accertata la sua piena salute, era stato convocato da Quistis. Cioè, come diavolo aveva fatto? Lui che si comportava da idiota, che non sapeva prendere un’arma per il verso giusto, che odiava combattere, che usava le magie bianche e che gli facevano paura le magie nere. Un ragazzo le cui uniche due doti erano il libretto dei voti e la maestria come batterista, aveva liquefatto un RubRum Dragon contro cui lei e Seifer, i due Gunblader del Garden, ci avrebbero messo ore per ucciderlo. In un colpo solo, poi!
No, non poteva esistere una cosa del genere. Dirigendosi con passo spedito verso la presidenza, cominciò a pensare che, se non fosse stato per quello stesso intervento che lei non voleva accettare, molto probabilmente non sarebbe stata lì in quel momento, ma in una cella frigorifera con molti gradi corporei di meno. Ma non si spiegava come aveva fatto uno come lui a fare una cosa come quella. Era chiaramente una magia nera e fra le più potenti.
Fece irruzione in presidenza. Quistis si volse a guardarla, mentre Squall sussultò dalla sorpresa prima di voltarsi anche lui. Quando la riconobbe le lanciò uno sguardo gelido e si volse nuovamente verso Quistis.
(Come si permette di ignorarmi dopo quello che è successo?) pensò Rinoa in un attimo di rabbia.
“Rinoa, che ci fai qui?” chiese la preside.
“Quistis” ringhiò lei. “Questo ragazzo…in cortile…”.
“Sì, non ti preoccupare: ho seguito la scena da qui” interruppe la donna. “…e gli stavo giusto dicendo che da questo momento in poi, lui farà parte della tua squadra”. Rinoa, a quel punto, pensò che strozzarlo era un’azione troppo caritatevole: una cosa del genere richiedeva come minimo l’annegamento nella bava di un Adamanthar.
“…scusa?” mormorò lei.
“Hai capito bene” replicò Quistis. “Ha abbattuto un RubRum Dragon con un solo attacco dopo averti protetta con due magie difensive: pochissime persone possono attivare più magie contemporaneamente. La tua squadra è la più forte del Garden, ma manca un mago: ebbene, il tuo mago sarà Leonhart”.
“Selphie è la maga” obiettò lei.
“Professoressa” chiamò il ragazzo. “Posso avere la parola?”. La donna si volse verso di lui.
“Sì, scusami Squall” disse.
“Io non voglio far parte del suo gruppo” disse, lasciando sbigottite entrambe le donne. “Non volevo farne parte già prima ed ora che so che Heartilly neanche mi vuole…beh, credo che piuttosto che far parte di una squadra in cui sono malvoluto dal capo, penso che me ne farò una io”.
“Ma la smetti?” sbottò lei. “Ma ti sei reso conto di cosa hai fatto in quel cortile?!?”.
“Ti ha salvato la vita!” urlò Quistis. “Ed ha salvato anche quella di Seifer, nonché chissà quante di questo Garden: ecco cosa ha fatto!”. Rinoa tacque all’istante, mentre Squall si alzò.
“Professoressa, la colpa non è di Heartilly” disse, voltandosi. “La colpa è mia, che ho salvato la vita ad una persona che non voleva ricevere aiuto. La prego di non darle nessuna punizione”.
E la punizione non venne. Quistis le urlò addosso per un’altra decina di minuti, poi la cacciò dal suo ufficio. Si appoggiò al muro accanto alla porta, stordita dagli ultimi avvenimenti.
(Ma che diamine sto facendo?) pensò. (Come lo sto trattando? Mi invita fuori e mando all’aria la serata, mi salva la vita ed io non solo non lo ringrazio, ma faccio addirittura una scenata con Quistis perché non lo voglio in squadra con me…).
La forza di Squall l’aveva spaventata. Aveva attivato Reflex e Shell contemporaneamente: era praticamente impossibile attivare una magia per mano. E l’aveva fatto con gli scudi, le magie più difficili da evocare con due mani. E se la volta dopo avesse fuso Zero con Ultima? O Triple e Meteor? Era pronta a scommettere il suo Gunblade che ne era in grado.
Una persona con un tale controllo della magia non avrebbe avuto nessun problema a farsi una squadra. E poi, dopo ciò che era successo, i caposquadra avrebbero fatto a botte per averlo con loro. Eppure non aveva mentito: Selphie era la maga del gruppo e non aveva intenzione di rimpiazzarla.
“Allora, vediamo se ho capito quello che hai detto” disse Irvine. “Squall salva la vita a te ed a Seifer, dando peraltro prova di essere un mago dalle capacità straordinarie, ti risparmia una punizione da Quistis e tu, per tutta risposta, non solo gli fai capire di non aver apprezzato il suo aiuto ma gli dici pure che non lo vuoi nel gruppo?”. Rinoa annuì, sorseggiando la sua aranciata.
“Abbiamo già Selphie alla magia: non vedo perché prendere anche lui” disse. “E poi, ha mentito per tutto questo tempo: ci ha detto di aver paura a combattere, eppure padroneggia perfettamente la magia nera e l’ha usata senza un solo attimo di esitazione: come ve lo spiegate?”.
“Molto semplice” disse Selphie. “Gli piaci, ha visto che eri in pericolo ed è intervenuto senza pensarci due volte”. Rinoa arrossì. “E visto che al corso di magia non insegnano solo la magia bianca, ma anche quella nera, l’ha usata per salvarti: è normale che adesso ce l’abbia con te dopo quello che hai fatto”. In quella entrò Squall. Si riempì il vassoio con il pranzo e si volse verso la mensa. Posò gli occhi sul loro tavolo, salutò e fece per avvicinarsi ma quando si accorse di Rinoa cambiò immediatamente direzione, preferendo un tavolino isolato, sotto la finestra.
“Senti, Rin” disse Zell. “Io posso capire che Squall non ti piaccia, ma piantala di trattarlo così”. Rinoa lo guardò con occhi sorpresi. “A me sta simpatico ed andiamo d’accordo: non mi va di rovinare l’amicizia con lui così. Non costringermi a scegliere tra te e lui, per favore”.
“Sta tranquillo” disse Selphie. “Anche a Rin piace”.
“Non è vero niente!” esclamò lei, mangiando. Irvine sorrise.
“Ah no?” commentò.
“No”.
“Allora non credo avrai qualcosa da ridire su quella scena”. Rinoa, sospettando il peggio, alzò lo sguardo: Ellione si era seduta al tavolo di Squall; i due ridevano e chiacchieravano fitto. In quel momento, arrivò Seifer, che ebbe il tempo di salutare, poi Rinoa si alzò e si allontanò dal tavolo con espressione furente.
“Ma che è successo?” chiese, occupando il posto della ragazza. Selphie sfogò la sua stizza sul pane.
“È successo che il nostro caposquadra è una zuccona!” disse. “Non vuole Squall nella squadra, dice che non le piace, ma basta che Ellione si avvicini a lui e lei reagisce così”. Seifer scoppiò a ridere divertito.
“Ma sì, lasciatela fare” disse. “Ehi, Squall!”. Il ragazzo si volse verso di loro, sorrise e si avvicinò al tavolo. “Sei stato grande in cortile. Grazie per avermi salvato la pelle”. Squall scosse una mano.
“Ma non dirlo nemmeno” disse lui, con un gran sorriso. “Sono sicuro che voi avreste fatto la stessa cosa”. Il ragazzo gli passò un braccio intorno alla spalla.
“Anche se non lo ammetterà mai, anche Rinoa ti è grata” disse. “Abbi pazienza con lei: ha un carattere un po’ difficile”.
Rinoa vagava per il centro addestramento, alla ricerca di svago. Non riusciva a non irritarsi nel vedere Squall ed Ellione insieme. E così affiatati, poi. Li aveva visti, aveva rotto la forchetta per il nervoso e se n’era andata. Non le era mai successo di arrabbiarsi così per un suo compagno che parlava con una ragazza. Ma con Squall, chissà perché, le cose erano diverse: si sentiva serena solo quando parlava con lei. O meglio, quando si faceva insultare ed urlare addosso da lei. Anche se avesse ammesso che faceva così perché le piaceva, non riusciva a spiegarsi perché sentiva che quei sentimenti erano nati molto prima. Era come se lei e Squall fossero stati fidanzati e lei se ne fosse in qualche modo dimenticata. Un’amnesia? Poteva anche essere, ma se lei era stata fidanzata con lui, gli altri dovevano per forza ricordarsene, visto e considerato che erano anni che viveva nella comunità del Garden. Un’amnesia collettiva?
Rinoa scosse la testa, e, posticipando ancora la scervellata che quel mistero chiedeva, si lanciò su un branco di Grat.