“Perchè… perchè se n’è andato di nuovo?” disse Yuna mentre piangeva. Lui le era davanti fino a pochi attimi fa, immobile e non batteva ciglio… finchè non era scomparso proprio come la prima volta. E anche stavolta, come allora, Yuna non aveva potuto fare niente per impedirlo, se non guardarlo svanire. Non si resse più sui suoi piedi e si accasciò a terra… almeno le sembrava che sotto i suoi piedi ci fosse terra, dato che attorno a lei non sentiva altro che il vuoto, freddo e avvolgente. Ma non le importava dove fosse. Non le importava più di niente ormai visto che lui non era più al suo fianco; ora come non mai lei era sola. Di nuovo. Si sentiva schiacciata dal dolore che aveva dentro e il suo pianto rompeva il silenzio innaturale che c’era in quel luogo; e si sentì qualcosa come freddo metallo sul fianco. La sua pistola… l’arma che finora l’aveva accompagnata nel suo viaggio da cacciasfere. Vedendola non pensò ad altro: la prese e se la puntò sotto il mento, posizionando l’indice tremante sul grilletto. Il suo buonsenso però la frenava: valeva la pena morire per non soffrire mai più? Il suo immenso dolore le faceva rispondere chiaramente di sì, “N-non voglio più… soffrire…” si disse fra i singhiozzi e le lacrime “…ho fatto c-così tanto… ho viaggiato ovunque… per cosa? Solo per perderti un’altra volta”. Premette un pò più a fondo il grilletto, pronta a sentirsi il proiettile trapassargli la testa. I suoi pensieri andarono poi sui suoi amici “Rikku… Paine… Fratello…ragazzi. M-mi dispiace io… non ce la faccio da sola. Ho bisogno di lui… devo averlo vicino a me…”.
Una mano tremante si appoggiò sulla sua spalla, si girò e alla sua sinistra Rikku le stava facendo uno di quei sorrisi che in genere mettevano allegria a tutti, ma in quel caso non a lei, non in quel momento perchè gli occhi dell’amica la imploravano di non commettere una pazzia. Invece alla sua destra c’era Paine che si inginocchiò e con delicatezza le abbassò le braccia allontanandole la pistola dal mento. Le sue due migliori amiche la abbracciarono insieme e Yuna si sentì meno sola. Solo un poco. Alzò lo sguardo e tutti gli altri suoi amici che erano davanti a lei le vennero incontro: Fratello, Compagno, Lulu, Wakka… tutti. Non potè fare a meno di sentirsi gratificata ad avere amici così, che le volevano veramente bene. Insieme ridevano, la confortavano e cercavano di renderla felice. “Ragazzi… grazie. Vi voglio tutti bene” disse sempre fra le lacrime, stavolta di felicità. Poi tutti smisero di sorriderle, improvvisamente le loro faccie si fecero serie. Lei rimase stranita e si sentì alquanto sconcertata, finchè tutti non si girarono e non se ne andarono ognuno per la sua strada. Yuna non aveva nemmeno la forza di inseguirli; ora anche i suoi amici l’avevano abbandonata. “No… non andatevene ! Perchè questo… perchè mi succede tutto questo? Io non… non voglio rimanere sola !”. Versò lacrime amarissime, finchè non si accorse che la pistola era ancora in mano sua. Non resse quest’ultimo colpo e si riportò l’arma sotto il mento “Morirò. Voglio morire e stavolta non mi fermerà nessuno… perchè ora nessuno mi è rimasto…” pensò fra sè e sè, e guardando verso l’alto “…io… sto arrivando… ti prego aspettami”. Detto questo non esitò un istante di più. Premette quel grilletto e dopo meno di un istante la sua sofferenza e le sue preoccupazioni ebbero una fine rapida e indolore… come la sua.
“Aaaaaaah!” Yuna si svegliò con un sobbalzo e sudava freddo, per di più si accorse che i suoi occhi le lacrimavano: aveva pianto nel sonno. Si guardò attorno e si rese conto che era nella sua casa, a Besaid, non in quel vuoto assoluto. E si rese anche conto che non era sola, perchè il suo Tidus era nel letto con lei e dormiva beatamente. “Un incubo… era solo un… incubo… Oddio !” si disse sottovoce per non svegliarlo. Si alzò dal suo letto, tanto era il bisogno di aprire la finestra e respirare un pò d’aria fresca. Meglio, ora stava decisamente meglio, quella piacevole brezza notturna le aveva schiarito per bene le idee. Mentre era immersa nei suoi pensieri due braccia le cinsero la vita da dietro; Tidus era in piedi vicino a lei e le stava teneramente baciando il collo. Si girò vedendo il volto del suo ragazzo, questi si accorse che lei aveva il viso rigato dalle lacrime. Le disse “Ehi, stai bene?”
“S-sì, non è niente” rispose Yuna “solo un gran brutto sogno. Ora però è tutto a posto”
“Sei sicura?” domandò lui premuroso. Lei rimase qualche secondo a pensare poi “Ti prego… promettimi che… che non mi lascerai mai. Mai.”
“Non ti lascerò mai sola. Te lo giuro.” rispose Tidus abbracciandola. A Yuna bastò questo, poi “Torniamo a letto, dai.” disse e insieme si riaddormentarono stretti nel letto l’una con l’altro.