Cominciò a sentirsi solo musica e in quel momento Fratello, Compagno e Gippal iniziarono a suonare le loro chitarre. Poi venne finalmente, per le ragazze, il momento di cantare. Rikku e Paine iniziarono:
What can I do for you
What can I do for you
What can I do for you
What can I do for you
I can hear you
What can I do for you
What can I do for you
What can I do for you
Poi Yuna cominciò a cantare da sola la sua parte
Far beyond the hazy borders of my heart
I can see a place
It’s something like this
Every now and then I don’t know what to do
Still I know that I
Can never go back
All the things I’ve seen
In those hazy dreams
Can’t compare to what I’m seeing now
Everythings so different
That it brings me to my knees
Dal ritornello in poi cantarono tutte e tre insieme, danzando a ritmo con la musica
And oh, I know, the world of Real Emotion
Has surrounded me
I won’t give into it
Now I know, that forward
It is the only way my heart can go
I hear your voice calling out to me
You’ll never be alone
What can I do for you
What can I do for you
What can I do for you
I can hear you
And here, I find, the real world of emotion
Has surrounded me
And I can’t go on
And you are there
The moment that I close my eyes
You come to me
We are connected
And now I know
I’ll never be alone
And oh, I know, the world of Real Emotion
Has surrounded me
I won’t give into it
Now I know, that road
It is the only way my heart can go
I hear your voice calling out to me
You’ll never be alone
What I can do for you
What I can do for you
What I can do for you
I can hear you
I can hear you
Finì la canzone e nello stadio regnò il silenzio, i riflettori si spensero. Poi si aprì il tetto a cupola dello stadio. Il silenzio fu rotto dagli applausi e dal tripudio di tutti gli spettatori, la piattaforma sotto i piedi delle tre ragazze cominciò ad abbassarsi ritornando nella piccola sala sotto lo stadio. “Un successo totale! Siamo grandi, ragazze!” Rikku era esaltata del successo ottenuto “Perchè non risaliamo e non cantiamo qualcos’altro?” propose
“No, meglio di no. Al commentatore abbiamo dato solo la sfera con quella canzone”
“Qual’è il problema? Gliene diamo un’altra”.
Ma Yuna non se la sentiva di tornare su un’altra volta, ritenne essere meglio per lei che non si affaticasse. Mentre Rikku non pensava a questo particolare Paine fu la prima ad esserci arrivata “Rikku, ti ricordo che Yuna aspetta un bambino. Perciò non è bene che si sforzi troppo anzi, forse non avrebbe dovuto nemmeno esibirsi ora”. Solo ora Rikku se ne rese conto e si sentì in colpa per questo “Accidenti, mi dispiace Yunie. Il pensiero del concerto mi ha fatto dimenticare tutto il resto! Scusami”
“Non preoccuparti, non hai fatto niente di male”
“Sì ma… non posso fare a meno di sentirmi dispiaciuta”
“Ti prego Rikku non tormentarti così. Non ne hai nessuna ragione”. Yuna desiderava solo chiudere lì il discorso. Il solo parlare del fatto che lei era incinta le faceva sentire quel peso sullo stomaco che aveva bisogno di togliersi dicendo la verità a Tidus, ma che non aveva il coraggio di fare per via della domanda che si poneva ogni istante: come avrebbe reagito Tidus, sapendo che sarebbe diventato padre? Yuna più ci pensava e meno riusciva a rispondersi “Tidus non mi farebbe mai abortire. Però… suo padre Jecht non ha mai assunto un vero atteggiamento paterno nei suoi confronti. E se avesse paura di diventare padre perchè non ha la minima idea di come si deve crescere un figlio? Cosa potrebbe succedere? Cosa farebbe lui?”. Questi erano i suoi pensieri ogni minuto… ogni secondo che passava… e non riusciva a trovare un risposta. Quei pensieri la opprimevano, non la facevano stare col cuore sereno. Quanto era forte la tentazione di parlare con Tidus, ottenere una risposta e disfarsi di quel peso sul cuore! Ma non era abbastanza il coraggio di sentire la risposta che avrebbe avuto. Yuna cominciò a piangere in silenzio, non abbastanza per non farlo notare alle sue amiche che non avevano idea di quanto lei stesse soffrendo. In quel momento non resse più. Si decise finalmente a mettere da parte la paura e si mise a correre verso gli spogliatoi. Rikku e Paine capirono subito dove era diretta e la rincorsero per inseguirla, dovevano fermarla. Non era ancora il momento della verità, ma il cuore di Yuna non ne poteva più di aspettare. Tanto era veloce la ragazza a correre che Rikku e Paine faticavano a starle dietro, in un paio d’occasioni Rikku non riuscì per poco ad afferrare il polso della cugina. Paine invece fu più svelta, riuscì ad afferrare il braccio di Yuna “Lasciami! Lasciami andare!” gridò mentre cercava inutilmente di sciogliere la presa, “Yuna non avrai intenzione di dirglielo ora?” domandò Paine pur conoscendo già la risposta
“E’ così. Io… io non reggo più! Ho bisogno che lo sappia! Quindi lasciami! Ora!”
“Finora non dicevi sempre che non deve ancora saperlo?”
“Sei sorda? Ho detto che non ce la faccio più ad aspettare! Ma tu… tu che ne sai? CHE COSA NE SAI?” pronunciò quest’ultime frasi con rabbia. Si liberò dalla presa con uno strattone ma le sue gambe non avevano più la forza di correre. Queste cedettero e Yuna rimase a soffrire in ginocchio. Tutto quello che poterono fare le sue amiche fu darle un abbraccio tutte e due insieme, in un piccolo ma significativo tentativo di alleviare le sue sofferenze. Quanto si sentivano inutili! La loro migliore amica soffriva le pene dell’inferno e loro non avevano idea di cosa fare per lei. Anche loro versarono lacrime amare e silenziose.