“Vuoi lasciarmi entrare?”
“E dove vorresti andare? Forza entra”
“Solo se questo cambierà qualcosa tra noi due”
“Purtroppo non ti meriti tutta questa generosità. Adesso forza, entra”. Tuttavia lui non si mosse “Io non ci vengo là dentro. Non ha senso vivere sotto lo stesso tetto se in realtà sei tanto distante da me”
“Benissimo, fà un pò come ti pare. Se non ti va di entrare allora non provarci neanche, questa era l’unica occasione” e detto questo lei sparì all’interno della casa. Rikku e Gippal avevano assistito “Fai qualcosa Gippal, è tuo amico” incitò Rikku al suo ragazzo
“Cosa pensi che possa fare?”
“Ma non lo so, parlagli, tiralo su di morale” poi Rikku ebbe un’idea migliore “Senti, visto che non ha dove andare ospitiamolo noi per un pò”. Gippal ci pensò su per qualche minuto “Hai ragione, non può certo rimanere all’aperto” rispose, e si avvicinò a Tidus. Gli diede un’amichevole pacca sulla schiena “Come va amico? Sei ancora depresso?”
“Come vuoi che vada? Sono stato così cretino da rifiutare quest’opportunità. Certo che sono ancora depresso”
“Vedo. Ma se non hai dove stare possiamo ospitarti io e Rikku per un pò, se vuoi”
“Grazie, siete dei veri amici”
“Però abbiamo un solo letto, temo che ti toccherà dormire sul divano”
“Mi va bene anche così. Grazie ancora”. Quel pomeriggio Rikku aveva pregato Gippal affinchè lei potesse andare con lui al tempio con gli Automisti, non tanto per lavorare ma solo per lasciare Tidus un pò da solo. Per tutto il tempo il ragazzo non fece altro che starsene affacciato alla finestra, a contemplare la casa che fino a qualche giorno fa era stata il suo… il loro nido d’amore. Era così vicina… eppure era irraggiungibile. Allungò il braccio come se avesse potuto toccarla, chiuse la mano e se la riaprì davanti… era vuota ovviamente. Si accorse che sul mobile vicino a lui c’era una radio e nel cassetto c’erano delle musicosfere. Ne inserì una nella radio e la accese: riconobbe quella canzone, era quella preferita da lui e da Yuna. Una canzone che parlava proprio di amori, separazioni e lontananze. Alzò di molto il volume, quasi sperando che lei riuscisse a sentirla. Il brano ebbe inizio con una musica molto dolce dai toni tristi, per poi lasciare posto alle parole:
A hundred days have made me older
Since the last time that I saw your pretty face
A thousand lies have made me colder
And I don’t think I can look at this the same
But all the miles that separate
They disappear now when I’m dreaming of your face
I’m here without you baby
But you’re still on my lonely mind
I think about you baby
And I dream about you all the time
I’m here without you baby
But you’re still with me in my dreams
And tonight it’s only you and me
Quanto era bello quel brano, quasi sembrava che quelle parole partissero dal cuore del ragazzo e fossero dirette a quello di Yuna. Tidus alzò lo sguardo ed ebbe un tuffo al cuore nel vedere che ora Yuna, sebbene girata di spalle, era appoggiata alla finestra della loro casa. La stava ascoltando… stava ascoltando la loro canzone…
The miles just keep rollin’
As the people leave their way to say hello
I’ve heard this life is overrated
But I hope that it gets better as we go
I’m here without you baby
But you’re still on my lonely mind
I think about you baby
And I dream about you all the time
I’m here without you baby
But you’re still with me in my dreams
And tonight girl its only you and me
Everything I know, and anywhere I go
It gets hard but it want take away my love
And when the last one falls
When it’s all said and done
It gets hard but it want take away my love
I’m here without you baby
But you’re still on my lonely mind
I think about you baby
And I dream about you all the time
I’m here without you baby
But you’re still with me in my dreams
And tonight girl its only you and me
Per tutta la durata della canzone Yuna non si mosse da lì, quando la musica finì finalmente si girò verso di lui. Il suo volto era rigato dalle lacrime. Per un minuto i due si guardarono sebbene distanti, finchè Yuna non si allontanò dalla finestra coprendosi il volto con una mano. Tuttavia Tidus fu leggermente rincuorato: se lei piangeva voleva dire che pensava ancora a lui, così come lui pensava ancora a lei. Uscì, diretto verso casa sua ma con passi incerti. Dopotutto voleva soltanto rivederla, solo più da vicino. Ma giunto davanti alla porta non trovò il coraggio di bussare, rimase lì fermo indeciso per almeno un quarto d’ora. Aveva bisogno di vederla… si sentiva soffocare quando non la vedeva. Sì, ma poi? Come sarebbero continuate le cose? Un’ennesima respinta da parte di lei? O magari chissà… Alla fine diede un paio di colpi alla porta. Potè sentire gli impazienti passi di Yuna dirigersi verso la porta, ma capì che questa, quando arrivò sulla soglia, si era bloccata poichè non aprì subito. Forse aveva già un’idea di chi potesse essere e forse anche lei era indecisa se volerlo vedere o meno. Aprì la porta lentamente. I due furono l’uno davanti all’altra. “Ciao” la salutò Tidus alzando debolmente la mano “Ciao” rispose lei duramente. Non dissero altro per due minuti, si limitavano a guardarsi, o per lo meno solo lui la guardava perchè Yuna teneva lo sguardo a terra. Poi lei ruppe il ghiaccio “Che cosa vuoi?” domandò sempre con un tono duro
“Niente. Avevo solo bisogno di vederti” rispose lui
“Ora mi hai vista. Puoi anche andartene”. Lei fece per chiudere la porta ma Tidus cercò di fermarla “Piangevi. Prima… quando è finita la canzone… tu piangevi”. Yuna riaprì la porta “E con questo?”
“Vuol dire che ci tieni ancora a me”
“Razza di stupido! La verità… la verità è che… piangevo perchè mi fai davvero pena”. Fu la più grossa bugia della sua vita. Tuttavia, per qualche strana ragione, Tidus fece un risolino divertito. Yuna fu sul punto di perdere le staffe “Che cos’hai da ridere? Non c’è proprio niente da ridere”
“Perchè rido? Ti rispondo subito: vedi Yuna, trovo che sia davvero incredibile quanto bene tu riesca a dire le bugie” e qui abbandonò il sorriso “tuttavia con me non attaccano. Ti conosco da abbastanza tempo da sapere che non pensi davvero quello che mi hai detto”. Yuna si ammutolì. A quanto pareva lui ci aveva davvero azzeccato. Ma la rabbia era ancora troppa per dar ragione a lui. Lo liquidò su due piedi “Adesso vattene. Lasciami in pace. Non tornare più da me” e gli chiuse la porta in faccia. A quel punto Tidus se ne fece una ragione: poteva provare altre due, tre o tutte le volte che voleva. Ormai tutto era inutile, e arrivati a quella situazione c’era solo una decisione da prendere. Tornò verso la casa di Rikku e Gippal, prese carta e penna e cominciò a scrivere…
Seduta meditabonda sul letto, Yuna non la finiva di maledirsi per la sua testardaggine. Cos’era che la portava a comportarsi così con lui? Perchè non si decideva una buona volta a riaccoglierlo? Rimase a pensarci fino a sera tardi, finchè non si sentì presa dal sonno. Si addormentò in un sonno senza sogni. La mattina dopo fu risvegliata dalle grida di Rikku che provenivano da fuori “Yunie! Yunie! Per carità svegliati! Vieni fuori!”. Poi finalmente Yuna si affacciò vedendo Rikku che sventolava in aria un foglio di carta “Che c’è Rikku? Hai idea di che ore sono?”
“Vieni fuori subito Yunie, è urgente!”
“Sì sì ok…”. Quando Yuna si presentò sull’uscio della porta Rikku le venne subito incontro. Aveva l’aria sconvolta “Yunie… Tidus se n’è andato”